Dal palco del Teatro Comunale di Teramo il discorso del Sindaco, Gianguido D’Alberto, è stato chiaro per tutti. Una parte, più delle altre. Rimarcare il valore del civismo, quello puro, visto come opportunità e non come opportunismo politico, quello del saltare da una parte all’altra, quello del dove conviene, dove tira il vento. Insomma civismo legato alla coerenza di un progetto. Per qualcuno, anzi ai più, è apparso un monito forte, davvero forte, del Primo cittadino, messo in relazione a quanto sta accadendo nella sua amministrazione e maggioranza. Una reprimenda mirata e per qualcuno addirittura uno schiaffo. Quel passaggio del discorso del Sindaco e il fragoroso applauso, danno da pensare. Da settimane e mesi, i rumors si sono rincorsi sulle tensioni con Teramo 3.0 e, ultimamente, si sono trasformate in qualcosa di più. Buona parte della maggioranza non ha gradito le ultime uscite pubbliche sul sostegno al Candidato Marco Marsilio. Continua a rimbalzare la parola “crisi”. C’è in realtà chi la invoca, taluni persino la “sognano” e D’Alberto lo sa, ne è talmente consapevole che lo ha rimarcato sul palco del Comunale. Così come sa che, per usare una metafora calcistica, squadra che vince non si cambia e con questa squadra, lui non può dimenticarlo, ha vinto a giugno. Ora che accadrà? Per rimanere in tema, il mercato di riparazione invernale è finito, ma c’è chi sogna l’acquisto di un centravanti e di un centrocampista per sfiancare definitivamente gli “avversari”. Ma politicamente quando costerebbe domani, un esonero oggi?