MONTORIO AL VOMANO – “Siamo stati colpiti un po’ tutti dalle immagini del funerale di Benedetto XVI con la semplice ed austera bara in legno di cipresso. Il cipresso? Perché questa scelta per tumulare il Papa Emerito? Il legno di cipresso conserva nel tempo il gradevole profumo delle sue resine; profumo che lo fa apprezzare per impieghi di pregio come la costruzione di portoni di palazzi storici importanti, oltre che, appunto, per la realizzazione di bare destinate a personaggi che hanno lasciato una traccia durante la loro vita terrena. Viene apprezzato per le qualità del legno e per la sua durata e in diverse località persistono portoni da più di ottocento anni che conservano intatte nel tempo le caratteristiche. Noi, qui a Montorio al Vomano, conosciamo bene il profumo del legno di cipresso: quando un anno fa l’amministrazione prese di mira e fece abbattere 7 cipressi centenari il profumo della resina pervase Viale Duca degli Abruzzi per diversi giorni. È purtroppo evidente che non abbiamo saputo apprezzarlo”. Così, in una nota, il gruppo di ‘Montorio Guarda Avanti’ che continua: “Il ricordo dell’abbattimento pesa immutato, la rozzezza del provvedimento ancora offende e gradiremmo da qualche amministratore una risposta sui reali motivi del taglio di ben 10 alberi: meno dei 13 inizialmente individuati e più dei 6 o 7 sui quali il tecnico agronomo della regione aveva avanzato qualche riserva, riconoscendo comunque la salubrità di tutti”.

“Sulla compatibilità con l’incompiuta e non ancora inaugurata pista ciclabile non ci sono invece più dubbi – prosegue la nota – come d’altra parte non ci sono mai stati per gli evidenti disagi che la stessa sta arrecando ai residenti ed ai titolari di attività economiche. Leggendo la determina numero 11 del 18.1.2022 che, richiamando la relazione tecnica dell’agronomo incaricato dal Comune dava il via all’abbattimento degli alberi, ci sorprende rilevare come non si sia dato corso alle ulteriori indicazioni fornite che prevedevano la sostituzione con alberature di terza grandezza idonee alla piantumazione in prossimità degli edifici. Che fine ha fatto questo indirizzo ricevuto e riportato nella determina, visto che si è provveduto a pavimentare dopo l’estirpazione dei ciocchi? Una palese incongruenza, una dimenticanza o soltanto assenza di attenzione e sensibilità all’ambiente da parte del Sindaco e degli altri amministratori? E come interpretare le dichiarazioni e i titoli dei giornali di quei giorni: ‘piantumeremo 10 alberi per ogni albero abbattuto'”.

“Quei cipressi non rappresentavano solo la nostra storia, erano l’essenza, il profumo della nostra gente, la laboriosità, la lungimiranza che non abbiamo saputo conservare, tutelare, ammirare: qualche lacrimuccia impertinente vela i nostri occhi, deforma i ricordi e rende più amara la sconfitta per aver irrimediabilmente perso questo patrimonio e per aver riscontrato il mancato rispetto dell’indirizzo fornito dall’agronomo richiamato in un atto pubblico, ossia la piantumazione di nuovi alberi nello stesso posto dove altri sono stati abbattuti”, conclude ‘Montorio Guarda Avanti’.