PESCARA – “Chiediamo al ministro per la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano di approvare immediatamente la proposta della Zona Economica Speciale (Zes) della Regione Abruzzo poiché questa situazione di stallo sta producendo non pochi danni al territorio”. Lo afferma l’assessore alle Attività produttive, Mauro Febbo, in merito alla nota arrivata alla Regione dallo stesso Ministero. “E’ una nota che ci lascia perplessi – chiarisce Febbo -. Solo il 30 aprile scorso il capo del settore Legislativo del ministero della Coesione territoriale, Gianfranco Romeo, aveva comunicato l’approvazione della Zes da parte del ministero delle Infrastrutture con delle osservazioni, in merito ad alcune proposte di defiscalizzazione di competenza statale per i potenziali investitori in aree Zes, da parte del ministero dell’Economia a cui abbiamo dato prontamente seguito con la decisione della Giunta dello scorso maggio. Non capiamo cosa sia mutato nel quadro appena descritto. Ad ogni modo è abbastanza agevole dare una risposta esaustiva a tutti i rilievi. Innanzitutto, la risposta più agevole è sul rappresentante regionale in seno all’organo di governo della Zes: l’attuale rappresentante regionale in seno all’Autorità portuale di Ancona è Enzo Del Vecchio, di nomina della precedente Giunta regionale. Poiché il testo della proposta di Zes è stato predisposto in una fase di transizione tra le due Giunte, si è preferito adottare sul punto una forma generica che rinviava la decisione alla futura giunta. Nulla quindi impedisce oggi al Presidente Marsilio di dare concretezza a questo aspetto di puro dettaglio. Quanto alle osservazioni sui rapporti con l’Autorità portuale di Ancona, il discorso è più complesso e merita un approfondimento. Si ricorderà che le Zes nascono come opportunità concessa a grandi aree portuali del Sud per sfruttare le cosiddette Autostrade del Mare per facilitare i trasporti verso le dorsali del nord delle reti Ten-T. Solo in sede di conversione l’opportunità venne estesa alle regioni in transizione Abruzzo, Molise e Sardegna. E dal momento che nessuna di queste regioni aveva un porto con caratteristiche tali da poter essere adibita a scalo di una Zes, Abruzzo e Molise avrebbero dovuto presentarsi insieme per ottenere il riconoscimento dell’area, anche se l’Autorità era sempre da individuare in Ancora o Bari. I porti cosiddetti COR li individua la normativa europea sui trasporti, sono 9 e ben conosciuti”. Il fatto che le regioni in transizione non fossero previste dall’inizio è un problema che emerge proprio in occasioni come queste. “La Puglia – aggiunge l’Assessore – ce l’ha proprio a Bari; la Campania a Napoli per Salerno; la Calabria ce l’ha a Reggio per Gioia Tauro. Abruzzo e Molise invece hanno una situazione diversa e pagano anche un altro dazio che è dovuto dal fatto che la Regione Marche, sede dell’Autorità portuale, non ha caratteristiche né di regione in convergenza come quelle del Sud, né in transizione come appunto Abruzzo e Molise. Per questo, pur volendo, è difficile programmare uno sviluppo congiunto, dal momento che si tratta di aree con problematiche e prospettive diverse. Per questo motivo, nelle prime interlocuzioni con Ancona, per ora non sono stati affrontati grandi tematiche progettuali, perché è evidente che ci sono interessi e progetti di sviluppo differenti”. “Non sarà sfuggito, al riguardo – prosegue Mauro Febbo – la lunga querelle che ha visto opposti istituzioni e territorio circa la possibilità di trasferirsi sotto la potestà di Civitavecchia anziché Ancona e questo non ha facilitato nemmeno la predisposizione di una reale programmazione futura. In verità, l’interesse dell’Abruzzo è quello di far assurgere i suoi porti a veri e propri riferimenti sia per le imprese che operano sul territorio, sia per i loro attuali o futuri interlocutori. L’Abruzzo non ha scelto di proporre una Zes in solitudine: ci è stato costretto per porre rimedio ad una decisione che ha subìto e non condiviso. Su un aspetto, forse, la nota del Ministero fa una giusta osservazione ed è quella relativa alla individuazione dei territori da includere nell’area, anche se lo stesso Ministero ci aveva detto che questo poteva essere fatto successivamente. Ad ogni buon conto, la Regione ha in animo di affrontare nel dettaglio il problema della zonazione, tant’è che ha avviato una serie di incontri specifici con i portatori d’interesse per una definizione di dettaglio. Di Certo – conclude Mauro Febbo- la Regione darà tutte le spiegazioni richieste e questo renderà la sua Zes davvero competitiva”. (REGFLASH) COM.ASS 191196