TERAMO – Il calcio vive anche di sensazioni e quelle percepite seguendo il Teramo di Federico Guidi nelle prime due giornate di campionato sono, nella globalità, positive, forse più. Parliamo esclusivamente di calcio giocato, nella consapevolezza che, attorno, vi ruotano anche altri interessi, di natura economica o sociale o culturale.
Nell’aspetto esclusivamente tecnico c’è la regolarità operativa del club, tendente alla riduzione dei costi, che è stata costante e graduale dopo la prima stagione, quella dei nababbi. Il presidente della squadra di calcio della nostra città, si è adeguato alla realtà della Lega Pro, ha tagliato i costi, per quanto possibile nel campionato scorso (lasciando problemi tattici mai risolti a Massimo Paci – ndr) e con raziocinio diverso e migliore quest’anno, agevolato anche dal fatto che in tanti erano andati via per “fine mandato”. A quel punto necessitava sbagliare poco in chiave tecnica, sempre cercando di spendere il meno possibile ed è ovvio che, da queste premesse, pretendere risultati eclatanti sarebbe sbagliato: restano però le diverse sensazioni positive… si vedrà.
L’analisi, poi, andrebbe ampliata, magari provando a comprendere lo stato del rapporto in essere tra la società e la città, non con i 1.011 paganti di Teramo-Siena, ma con i 1.952 mancanti rispetto alla gara di esordio contro la Cavese di due stagioni or sono, quando furono 2.963. Siamo i primi ad essere consapevoli del fatto che in mezzo ci sia stato di tutto, dalla pandemia alla crisi ed anche all’essersi abituati alla “comodità” di seguire da casa tutte le gare, ma una percentuale negativa del 66% qualche interrogativo dovrà pur porlo. Almeno secondo noi.
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