TERAMO – Il Città di Teramo del primo anno di Serie D?
Squadra che saprà farsi rispettare, che onorerà il prossimo campionato e che si toglierà anche delle belle soddisfazioni.
Secondo noi andrà così, ma fino a quando la società non si esporrà come dovrebbe, ci sarà sempre qualcuno che resterà con un sorriso a metà stampato sul volto… Il calcio, infatti, è anche di chi vuole sempre e soltanto essere competitivo ai massimi livelli e, possibilmente vincere, come se avversari più abituati alla D ed anche potenzialmente più competitivi non esistessero. Ed invece ve ne sono, eccome: più di un club vanta organici e budget diversi e c’è anche chi riesce a vendere tutti e 1.600 gli abbonamenti di curva disponibili, in poche ore…
Non siamo convinti del fatto che sia maggioranza quella che non valuti questi elementi, né la crescita del gruppo proprietario del Città di Teramo, società sanissima e che sta ancora sviluppando una struttura completa ma già molto diversa rispetto a quella ereditata 12 mesi prima, passando dal nulla cosmico con “qualche” debito, alla quarta categoria nazionale.
Ci sono altri elementi che hanno una grande valenza, da non dimenticare: il ritrovato binomio con la FC Bonolis e la futura certezza d’avere un proprio impianto di gioco, dove potersi allenare tutti i giorni da “veri” padroni di casa. Tutto ciò è l’equivalente di uno sviluppo progettuale che, oggi e domani, necessita d’essere rispettato. Rigorosamente.
La vittoria di un campionato, che matematica non lo sarà mai in estate, può attendere.