L’Assessore Regionale alla Sanità Nicoletta Verì è intervenuta stamani a Palazzo Melatino per la cerimonia di presentazione ed inaugurazione del MASTER “Medicina e Salute di Genere: dalla ricerca di laboratorio, alla clinica, all’organizzazione sanitaria” istituito dall’Università dell’Aquila.
Nel suo breve intervento si è soffermata a sottolineare l’importanza della Medicina di Genere come obiettivo strategico del Servizio Sanitario Nazionale che – ha dichiarato – “va verso una medicina personalizzata più aderente alle specifiche necessità di ciascuno e quindi più efficace ed economica.” L’Assessore, quindi, concludendo, ha dichiarato che sarà presto attivato un Tavolo Tecnico Regionale per avviare la programmazione delle attività della diffusione della Medicina di Genere in Abruzzo con il compito di definire linee di indirizzo ed obiettivi strategici.
Prima ancora che la Medicina di Genere entrasse nel Diritto italiano con l’approvazione della Legge 3/2018 la Fondazione Tercas, l’Università dell’Aquila e la ASL di Teramo dedicarono già 10 anni fa la loro attenzione alla promozione della Cultura della Medicina di Genere.“La Fondazione Tercas – ha ricordato – finanziò, infatti, nel 2009 e nel 2011 due Progetti sulla Salute della Donna e la Medicina di Genere proposti dall’Università dell’Aquila e dalla ASL di Teramo e realizzati nella UOC di Immunologia Clinica ed Allergologia dell’Ospedale Civile di Teramo sede della relativa Scuola di Specializzazione diretta dalla professoressa Lia Ginaldi”.
“Nel settembre 2017 – ha continuato – proprio nella UOC di Immunologia fu attivato un densitometro (DEXA) per la ricerca e la cura dell’Osteoporosi acquistato con i fondi della Fondazione Tercas nell’ambito del Progetto Triennale del 2011 sulla Medicina di Genere”.
“In occasione della istituzione del Master – ha concluso – la Fondazione Tercas ne ha promosso la partecipazione a favore di cittadini residenti nella provincia di Teramo con un contributo economico per sostenere la quota di iscrizione”.
All’incontro hanno partecipato, portando un proprio saluto, anche il Vescovo di Teramo-Atri Mons. Lorenzo Leuzzi, il professor Guido Macchiarelli, Direttore del Dipartimento MESVA dell’Università dell’Aquila, la professoressa Lia Ginaldi Coordinatore del Master, Alessandra Carè, Direttore del Centro di Riferimento Nazionale per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità, il Direttore Generale della Asl di Teramo Roberto Fagnano ed il Direttore il Direttore Amministrativo Maurizio di Giosia.
Moderatore dell’evento, Marino Iommarini, vice presidente della Fondazione Tercas che – rivolgendosi ai giornalisti, nel presentare un Video realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità – ha sottolineato l’importanza dell’informazione: “uno degli obiettivi specifici previsti dal Piano per l’Applicazione e la diffusione della medicina di genere approvato la settimana scorsa” ha dichiarato, affermando, in conclusione, “che alla comunicazione è affidata la raccomandazione di impostare strategie mirate ad un approccio che tenga conto delle specifiche differenze di genere e di sesso”
Obiettivi formativi del MASTER
La Medicina di Genere si prefigge il raggiungimento dell’uguaglianza tra uomini e donne anche nella cura, nella protezione della salute e di fronte ai servizi socio-sanitari. La Medicina di Genere non si identifica con le malattie delle donne o degli uomini ma è rivolta alla tutela della salute della persona intesa come entità sia biologica che sociale, attraverso
- a) la comprensione, mediante attività di ricerca mirate, della complessità biologica della differenza di sesso
- b) l’erogazione di cure mediche appropriate
- c) l’attenzione alle differenze con cui i due generi sono considerati nell’organizzazione sanitaria.
Scopo della Medicina di Genere è quindi garantire una presa in carico personalizzata del paziente, cioè la pianificazione di strategie trasversali plurispecialistiche per un approccio integrato per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento delle patologie che interessano con diversa prevalenza e/o diverse manifestazioni cliniche e risposte terapeutiche uomini e donne.
La medicina moderna non può prescindere da un’ottica di genere per capire come curare, diagnosticare e prevenire le malattie anche comuni ai due sessi, ma che spesso incidono diversamente su uomo e donna per la differenza di genere, e che sono, in realtà, il lavoro quotidiano del medico nel territorio e nell’ospedale, dalle disabilità e patologie dell’apparato locomotore, come l’osteoporosi, alle patologie cardio-vascolari, alle patologie neuro-psichiatriche, ai tumori, alle patologie autoimmuni ecc.
Per gestire adeguatamente tali patologie di particolare impatto socio-sanitario è necessario che l’organizzazione sanitaria le affronti avendo ben chiare quali siano le differenze di genere. Solo grazie a questa necessaria reimpostazione concettuale si potranno così evitare le ancora significative differenze di genere nell’accesso alle cure, nell’organizzazione dei servizi sanitari, nella pianificazione dei programmi di prevenzione e di riabilitazione, così come nell’accesso alle ricerche cliniche, nelle analisi epidemiologiche e nello studio dei farmaci.
La finalità principale è, dunque, quella di delineare nuovi scenari di governo della salute, costruiti secondo una prospettiva interdisciplinare integrata, in grado di rilanciare la capacità del Sistema Sanità di offrire risposte appropriate, efficaci, efficienti ed economicamente sostenibili. Attraverso un nuovo approccio scientifico al genere ed una ricerca biomedica gender oriented, è possibile evitare diseguaglianze nell’approccio clinico e nell’accesso alle cure che si ripercuotano negativamente sulla gestione clinica della salute degli individui e sui costi della sanità.
Andando verso una medicina di precisione e cure personalizzate, il modo di approcciare la diagnosi, la cura e la prevenzione delle malattie sta diventando sempre più genere-specifico. La finalità di un approccio di genere è arrivare a garantire a ciascuno, uomo o donna che sia, il miglior trattamento possibile sulla base delle evidenze scientifiche.
La ricerca scientifica degli ultimi anni dimostra che tra uomo e donna, di fronte anche alle malattie del quotidiano, ci sono grandi differenze tanto che la medicina oggi non può più permettersi di curare uomini e donne nello stesso modo.