ROMA – “Negli ultimi tre giorni si è improvvisamente assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere incomprensibile agli occhi degli italiani che temono per la loro salute e per il lavoro. Perfino le diverse tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. L’idea
di definire con urgenza ora e subito la data di ripresa dei campionati contrasta con l’esigenza di definire i passi sulla base dell’andamento dei dati. In europa le uniche date certe sono quelle che hanno deciso di bloccare per sempre i campionati“. Così il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, rispondendo al question time alla Camera sulla ripresa dei campionati di calcio.

Il vicepresidente Aic Umberto Calcagno, intervenuto invece ai microfoni di Radio 24, riguardo i decisivi prossimi incontri al Governo e tra Figc e Comitato Tecnico-Scientifico, dichiara: “Dobbiamo affidarci ai medici e ai loro protocolli, ma dobbiamo tentare di farlo perché non possiamo oltremodo bloccare atleti professionisti che, nonostante in queste settimane si siano arrangiati allenandosi a casa sotto le direttive delle rispettive società, hanno la necessità di mantenere la loro forma atletica tornando materialmente sul campo“. Ha inoltre evidenziato che “al di là dell’evolversi della situazione di queste ore, la sensazione è che dovremo provare a convivere col virus e il nostro mondo può tentare di fare i primi passi verso una ripresa“. “Ricominciare non significa a tutti i costi – ha proseguito – Abbiamo bisogno di chi ci dica con chiarezza se possiamo riprendere in questa fase, per quello servono i protocolli medici, per ricominciare in sicurezza. I protocolli naturalmente devono essere rispettati da tutti: ci sono società che formalmente non stanno convocando i calciatori lasciando loro la facoltà di allenarsi, ma ci dobbiamo rendere conto che, per parità competitiva, nessuno si deve avvantaggiare della situazione, ma devono ripartire tutti nello stesso modo”. “Domani tra Figc e Commissione Tecnico-Scientifico del Governo – ha aggiunto Calcagno – ci aspettiamo un incontro di grande collaborazione fra due entità che ci auguriamo non siano una contro l’altra. Abbiamo una grandissima responsabilità di sistema perché far ripartire la Serie A è di fondamentale importanza: la massima serie crea un importantissimo indotto economico, non solo verso l’esterno a livello di Pil del Paese, ma anche verso l’interno dello stesso sistema calcio, generando ricchezza anche per le serie minori, dove ci sono le categorie di calciatori con gli stipendi più bassi” – ANSA –