L’AQUILA – “Il ricordo delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 resta inciso nella memoria collettiva dell’Aquila e dell’Italia intera. E oggi, a sedici anni da quella tragedia, riconosciamo che quella ferita ha generato anche una consapevolezza nuova: la necessità di unire esperienze, strumenti e visioni per dare all’Appennino centrale un futuro più sicuro, più moderno, più coeso. E per questo, se nel 2025 possiamo finalmente dire di avere come Paese una legge per le ricostruzioni, lo dobbiamo anche a questa tragica esperienza che, insieme a quella del 2016, hanno cambiato per sempre il modo in cui intendiamo la prevenzione sismica e la ricostruzione”. Lo afferma il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, in occasione dell’anniversario del terremoto che colpì l’Aquila il 6 aprile 2009. “L’Aquila e i territori del cratere 2016 – ha proseguito Castelli – hanno saputo rialzarsi dalla tragedia e farsi protagonisti di un percorso condiviso che ha generato anche innovazione amministrativa, nuove politiche per le aree interne e un diverso modo di pensare la gestione del post emergenza. I nostri territori, laddove troppo spesso i campanilismi dividono, si sono saputi unire per scrivere una nuova pagina dell’Appennino Centrale. Grazie al Piano nazionale complementare sisma 2009-2016, con cui abbiamo sostenuto concretamente progetti di sviluppo economico e coesione sociale, abbiamo saputo interpretare la ricostruzione non solo come riparazione dell’esistente ma come occasione formidabile di opporci con tutte le nostre forze al grande nemico che minaccia i nostri territori: lo spopolamento. Solo pochi giorni fa L’Aquila ha ospitato il giuramento degli Allievi Vigili del Fuoco in piazza Duomo, alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’ennesima testimonianza di una filiera istituzionale presente e soprattutto coesa che dal Governo, al Presidente Marsilio e al sindaco Biondi, ci ha consentito di guardare avanti con lucidità e speranza, trasformando la rinascita non in un desiderio ma in un processo già in atto”.