TERAMO – Due momenti di commemorazione del tredicesimo anniversario del sisma che colpì il territorio e la città de L’Aquila alle 3.32 del 6 aprile 2009 da parte di Gianguido D’Alberto che, nella veste di presidente regionale ANCI e delegato dal Presidente nazionale della stessa Associazione Antonio Decaro, ha partecipato alla cerimonia che si è svolta nel capoluogo abruzzese e ai diversi momenti che si sono succeduti. Come sindaco di Teramo, invece, in sintonia con molte altre città si è soffermato nel cuore cittadino, nelle adiacenze della sede municipale di Piazza Orsini, da dove ha brevemente reso omaggio alle vittime del sisma. Questo il suo messaggio
6 Aprile 2022
La luce tenue ma resistente di una candela, per ricordare chi non c’è più; l’abbraccio vigoroso e amichevole che dall’opera d’arte che campeggia alle mie spalle vuole rappresentare vicinanza e condivisione; il luogo da cui porgiamo questo omaggio: e cioè piazza Orsini, che accoglie lo storico palazzo di città, simbolo istituzionale e civile. Così Teramo vuole unirsi a L’Aquila, nel 13° anniversario del sisma che la sconvolse e lasciò morti, devastazione, distruzione, arrivando fino a coinvolgere anche il nostro territorio.
Facciamo ricorso a tre simboli, quindi, per manifestare in maniera plastica i sentimenti che vogliamo esprimere ai cittadini de L’Aquila.
La candela è il segno di una luce continuamente accesa, che tiene vivo il ricordo di chi è stato strappato alla vita e vuole manifestare la condivisione di un dolore, lasciando che gli affetti e le proiezioni del passato riscaldino i sentimenti, gli stati d’animo, le emozioni.
E’ nel futuro, invece, che ci proiettiamo con l’abbraccio rappresentato nel grande quadro. Una unione umana e appassionata, che vibra con travolgente energia. Un abbraccio intenso, con il quale manifestiamo ai cittadini de L’Aquila, tutta la nostra vicinanza, tutta la nostra volontà di sostenerli e continuare a camminare insieme; come insieme vogliamo proseguire nel processo di rinascita materiale e morale che deve vederci protagonisti uniti e solidali.
Il Comune, infine: la casa della municipalità, attualmente interessata dalla ricostruzione, rimane sempre testimone di una identità, di una appartenenza, di uno stile che significano apertura, passione, partecipazione.
Si ricorda, oggi, un evento drammatico e luttuoso; ma si fa pure memoria di solidarietà, aiuto, condivisione, che hanno permesso di rendere forse meno amara la rassegnazione e più credibile la speranza. Il terremoto non ci ha dato tregua e dopo pochi anni è tornato a colpire con durezza e ineluttabilità, qui da noi in forma assai più dirompente del passato. Ma avevamo imparato da voi a non cedere all’abbandono, a non accettare passivamente gli eventi. Allora, se ci è concesso di usare in un giorno come questo la parola gratitudine, la vogliamo indirizzare a voi, amici de L’Aquila, per la forza esemplare, la dignità edificante, la determinazione solida con cui avete affrontato le avversità. Oggi, ricordiamo i lutti e le devastazioni ma celebriamo pure il coraggio, la capacità di superare ostacoli durissimi e rinascere con opere, realizzazioni, azioni, nello straordinario scenario dell’unità tra realtà civile e classe dirigente.
Esprimo a nome di tutti i teramani il sentimento di vicinanza ai cittadini de L’Aquila; li abbracciamo e porgiamo loro il simbolo leggero ma incrollabile del ricordo e dell’amicizia.
Gianguido D’Alberto