TERAMO – “Chiarire, dapprima, la differenza tra le proteste italiane e quelle che si svolgono all’estero, significa svelare che le manifestazioni in Germania e Francia sono state organizzate da sindacati di categoria mentre in Italia le proteste sono spontanee, nate da iniziative locali e non organizzate da associazioni di categoria e men che meno da sindacati. Una prima critica, quindi, coinvolge certamente il sistema di rappresentanza, ed è diretta verso le politiche comunitarie che al grido di ‘ce lo chiede l’Europa’ vengono imposte attraverso regolamenti che scavalcano le legislazioni consolidate, in quanto direttamente esecutivi, scardinando così la sovranità regolamentare degli stati membri”. Così il Consigliere regionale Marco Cipolletti, candidato per Fratelli d’Italia alle prossime elezioni del 10 marzo.

“In questo ultimo miglio da percorrere prima di arrivare al tracollo del settore agricolo silvicolo e pastorale – continua Cipolletti – bisogna apprendere, attraverso la coralità di questa protesta, la necessità di attuare principalmente una moratoria sui debiti che si sono formati nelle aziende per il ‘progresso’ imposto da politiche comunitarie fallimentari ed inutilmente ideologiche come la politica del cosiddetto accordo verde ‘green deal’. Ulteriore aspettativa espressa dalle proteste degli agricoltori nel 2024 è quella di riaprire uno scenario di futuro che gli è stato negato poiché le politiche comunitarie, attualmente, vanno nella direzione di ridurre il suolo coltivato e di incentivare la dismissione nel comparto agro-silvo-pastorale”.

“Questa è la protesta di un popolo, inaspettatamente giovane, che chiede strumenti per coltivare il proprio futuro. Sembra un paradosso, ma non lo è: le nuove generazioni che vengono dipinte dai mass media come melliflue e superficiali chiedono al governo strumenti per sopravvivere alle emergenze createsi soprattutto nell’ultimo quinquennio. Essi non chiedono più aiuto agli organi di mediazione come associazioni di categoria e sindacati, perché riconoscono in esse parte del problema di tanta disattenzione. I giovani si sentono traditi, non rispettati, ed ora pretendono di interloquire direttamente con i propri governi. In Italia, come detto sopra, questi comitati spontanei oggi chiedono attenzione al governo bypassando i sindacati e, pertanto, non si faccia l’errore di considerare la loro spontanea disorganizzazione e la concretezza delle loro richieste come un difetto, perché tali istanze oltre che rappresentative di un intera popolazione che si sta stringendo intorno a loro sono urgentissime. Gli agricoltori sono ormai consapevoli di essere giunti all’ultimo miglio prima dello schianto ed è dovere della politica fare di tutto per evitarlo”, conclude Marco Cipolletti.