Il piccolo bambino marocchino non ce l’ha fatta. Ma un intero paese e tutto il mondo ha pregato. La voce di Francesco si incrina, si commuove. E ricorda quanti bambini sono vittime di atroci sofferenze a causa delle “tratte” dei nuovi schiavi. Eccolo il Papa che denuncia i mali del mondo ma sa riconoscere i segnali di speranza , ecco chi è Papa Francesco che questa sera parla in tv, da Fabio Fazio.  Un Pontefice che va in Tv per parlare al suo popolo, alla chiesa, della sua chiesa, la chiesa della modernità. Immagino lo sconcerto che il Papa – tenero e rock al tempo stesso – ha seminato in Vaticano per la sua decisione. Lo ha deciso di testa sua e nemmeno gli uomini comunicazione della Chiesa pare ne sapessero nulla. I più pensavano ad una scherzo. E invece no. Del resto, chi conosce bene il Santo Padre, può ricordare che è stato proprio Francesco a dire tempo addietro che “è finita l’epoca del Papa in carcere”. Ovvero, stop alla forma che non diventa mai sostanza. Se dipendesse tutto da lui sarebbe tutta un’altra vita, altro che i protocolli rigidi dello Stato Vaticano e quelli imposte dalle ragioni di sicurezza. Ma in fondo il Papa, questo Papa, è fatto così, ricco di una normalità davvero differente rispetto alle usanze della Chiesa. Un bel colpo per la trasmissione di Fabio Fazio . L’annuncio è corso veloce sulle reti social per diffondersi ovunque incontenibilmente. Giustamente. Che ci sia sconcerto è anche abbastanza normale e lo sa sicuramente pure Papa Francesco, che è davvero un Pontefice fuori dagli schemi e non dagli schermi.

E, con l’annuncio Rai, ecco spuntare l’ala militare dei critici. Può un papa partecipare a programmi televisivi ? O non è forse vero che “un simile accadimento rientra a pieno titolo in quel processo di evaporazione del Cristianesimo e di desacralizzazione del mondo che, secondo questi sapientoni un tanto al chilo, pare compiersi oggi nel pontificato di Bergoglio? A furia di aprirsi al mondo, la Chiesa se ne è lasciata assorbire ? Per non perdere il proprio rapporto con il mondo, ha finito per perdere il proprio rapporto con il cielo ? Non stupisce – scrive un filosofo a gettone come Fusaro – che Papa Francesco vada ospite da Fabio Fazio come una qualsivoglia star del rock o dello spettacolo. Del resto, ciò che colpisce maggiormente del pontificato di Bergoglio è la sua chiusura alla trascendenza, l’assenza di riferimenti al Sacro e all’eterno e, in modo convergente, il suo totale appiattimento sulle questioni del mondo”.

Insomma, l’accettare un invito della Rai trasforma un pontificato moderno in uno senza sacro e senza trascendenza, che sembra trovare il proprio locus naturalis assai più negli studi televisivi di Fabio Fazio che nelle tradizionali sedi deputate al Sacro secondo il filosofo a gettone. E secondo altri.

Ma chi segue il messaggio di Francesco sa già la risposta. Per lui  è ora di uscire dalla “comoda presunzione” del “già saputo”, iniziando ad ascoltare le persone e a “raccogliere le suggestioni della realtà”. Così si è espresso pochi giorni fa papa Francesco nel suo messaggio per la 55ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Venire e vedere significa portare avanti una comunicazione “limpida e onesta”, scrive il Pontefice. Il Vangelo che ispira il Messaggio di quest’anno ne è la dimostrazione: dopo il battesimo nel Giordano, ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, Gesù dice: “Venite e vedrete. Sempre nel Vangelo giovanneo troviamo Filippo che “comunica a Natanaele l’incontro con il Messia”: per vincere il suo scetticismo, non usa “ragionamenti” ma gli dice: “vieni e vedi. E Natanaele vede la sua vita cambiata. “Tutti gli strumenti sono importanti” e persino Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social”, scrive il Pontefice. Furono però la sua “fede”, la sua “speranza” e la sua “carità” manifestate da San Paolo ‘in presenza’ a conquistare i contemporanei. “Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, conclude quindi il Papa.

Siamo ben abituati, con papa Bergoglio, all’idea di un papa estroverso, tutto proiettato al rinnovamento del Cristianesimo con una conversione pastorale e missionaria. Papa Francesco vuole una Chiesa che non si chiuda nella paura ma che abbia fiducia di cambiare uscendo, andando incontro all’uomo. Per Francesco il Vangelo va vissuto nella storia. Mentre l’amore è visto come buonismo, mentre diventiamo più egoisti e amiamo di meno, abbiamo meno attenzione al prossimo e siamo diventati molti più conservatori e questo ci rende più fragili, indifferenti ed egoisti.

I mezzi di comunicazione, la multimedialità sono i nuovi veicoli di evangelizzazione. “Se San Paolo vivesse oggi sarebbe un giornalista, così come se Gesù vivesse sarebbe su Facebook”. I mezzi di comunicazione, la multimedialità come veicoli di evangelizzazione. Strumenti forti, utili, secondo don Antonio Sciortino, storico direttore del settimanale Famiglia Cristiana. Se non comunichi non puoi evangelizzare.  E Papa Francesco – che fa suo il messaggio della famosa lettera sulla carità di San Paolo – lo sa..  La carità vale più della profezia, più della conoscenza e più della fede, addirittura più dei miracoli. Qui per certo occorre sostare. Per capire bene.
Papa Francesco che conserva l’account su Facebook e saluta i fedeli con un comune “Buongiorno”, accomiatandosi con “Buon pranzo” lo sa.  Invitare a “venire e vedere” è l’unica possibilità di avvicinarsi realmente alla gente.