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Restituzione inattesa a sei anni dal furto. Avvolto in un foglio di giornale, torna nelle mani di don Pasquale Fioretti il calice liturgico donato da don Ennio Lucantoni e dalla parrocchia, rubato nel 2018

GIULIANOVA – Lo hanno lasciato, avvolto in un foglio di giornale, nel contenitore delle pubblicità, vicino alle cassette postali. Inaspettatamente, nei giorni scorsi, è tornato nelle mani del legittimo proprietario, don Pasquale Fioretti, il calice da Messa trafugato oltre sei anni fa. Come riportarono i giornali del 28 maggio 2018, l’oggetto liturgico era stato rubato il giorno precedente nel corso di un furto messo a segno nell’appartamento del sacerdote. Ignoti, approfittando della sua temporanea assenza, erano penetrati nella casa portando via, tra le altre cose, alcuni oggetti sacri. Nessun segno di effrazione, in quello che sembrò un colpo ben studiato. Due i calici rubati: uno del 1970, ricordo della celebrazione della prima Messa, l’altro, datato 17 maggio 1995, donato dall’allora parroco don Ennio Lucantoni, dalla comunità parrocchiale e da don Aldino Tomassetti in occasione del 25esimo anniversario dell’ Ordinazione. Un grande dispiacere, per don Pasquale, che si vide privato di due oggetti fortemente significativi, emblematici per la sua vita e il suo ministero. Qualche giorno fa, inaspettata, la restituzione di uno dei due calici, quello del venticinquennale. Chi lo ha sottratto sei anni e mezzo fa o forse chi ne è entrato successivamente in possesso, lo ha collocato in bella vista vicino alle cassette delle lettere, di certo nelle ore notturne. Il calice non ha graffi, ammaccature e nessuna delle pietre colorate è stata rimossa. Sfugge il motivo della restituzione, soprattutto alla luce dei tanti anni trascorsi. Dopo averlo benedetto, don Pasquale può di nuovo innalzarlo sull’altare, durante le due messe festive che settimanalmente celebra nella chiesa di San Pietro Apostolo.

Don Pasquale Fioretti, classe 1944, è tornato a Giulianova dopo tanti anni trascorsi da missionario, all’estero. A Burietà, in Brasile, ha fondato l’Associazione Pafi e creato un grande complesso scolastico e assistenziale a sostegno della popolazione locale.

Il sacerdote è rimasto profondamente colpito dalla restituzione del calice. L’inatteso ritorno è stato letto, anche dalla comunità parrocchiale, come un segno della benevolenza divina e soprattutto come un incoraggiamento ad affrontare con ottimismo questi anni a venire, offrendo a Giulianova, e non altrove, il suo fedele, umile e silenzioso servizio alla Chiesa.