Sport e ambiente uniti sotto il segno del panda e stavolta per salvare una delle specie simbolo della natura d’Europa, il nostro Orso bruno marsicano.

Quella contro l’estinzione dell’Orso bruno marsicano è una corsa contro il tempo: di questa specie restano solo circa 50 individui sulle montagne dell’Appennino centrale, in gran parte concentrati nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Per salvarli quest’anno sono scesi in campo gli organizzatori della Corsa della Bora, gara internazionale di trailrunning organizzata dall’Asd SentieroUno che dal 4 al 6 gennaio si svolge in uno scenario mozzafiato dalle montagne al mare nei sentieri al confine tra Italia e Slovenia. La Corsa della Bora, giunta alla sua quinta edizione, è diventata negli anni l’evento clou invernale nel panorama nazionale della specialità.

Ieri, domenica 5 gennaio, alla S1Sprint (una delle gare previste dalla manifestazione) i partecipanti hanno corso anche per sostenere la campagna “Orso 2×50” lanciata dal WWF con l’obiettivo di raddoppiare la popolazione dell’Orso bruno marsicano e portarla a 100 individui entro il 2050. Parte del ricavato dell’iscrizione alla corsa sarà devoluto a favore del progetto “Orso 2×50” e inoltre l’Orso ha simbolicamente “corso” con gli iscritti grazie ad una speciale t-shirt prodotta per l’occasione. Un punto informativo allestito dai volontari del WWF ha poi fornito informazioni sull’Orso bruno marsicano e sul suo “cugino” alpino.

“La forza di una grande Associazione come il WWF è anche quella di mettere in rete tutte le sue forze”, dichiara Filomena Ricci, delegato WWF in Abruzzo. “Siamo orgogliosi del lavoro fatto dai nostri amici del WWF del Friuli Venezia Giulia, e di Trieste in particolare, perché è molto importante far conoscere anche in altre regioni la difficile situazione dell’Orso bruno marsicano e gli sforzi che si stanno compiendo per salvarlo”.

 

Le principali azioni del WWF in difesa dell’orso

  1. Riduzione della mortalità provocata da attività umane e miglioramento della connettività ecologica, ripristinando e mettendo in sicurezza gli attraversamenti lungo i possibili corridoi di dispersione dell’orso.
  2. Gestione e riduzione dei conflitti grazie all’adozione di strumenti di prevenzione, come recinti elettrificati per bestiame e apiari, ma anche raccogliendo la frutta caduta attorno ai Paesi per ridurre l’attrazione verso i centri abitati.
  3. Collaborazione alle attività di ricerca e monitoraggio degli enti preposti alla conservazione e alla tutela di questa specie iconica.
  4. Proposte di miglioramento della normativa vigente, con istituzione di nuove aree protette, migliore gestione sanitaria di cani e bestiame che possono trasmettere patologie all’orso.
  5. Interventi di comunicazione e sensibilizzazione su popolazioni locali, turisti e amministratori, affinché venga riconosciuto l’immenso valore dell’Orso e si vada verso un sempre maggiore rispetto e tutela, raccontando le numerose storie di successo che non sono mancate in questi anni.