TERAMO – Non ci sorprende apprendere dell’ennesimo caso di violenza contro una donna.
Non ci sorprende che avvenga ancora nella nostra regione che da un’ indagine Istat pubblicata il 25/11/2019 risulta seconda per tolleranza della violenza di coppia (il 47,2% degli uomini abruzzesi ritiene accettabile “sempre” o “in alcune circostanze” la violenza ed il controllo
sulla propria compagna).
È notizia di questi giorni che sia stata trovata a Tossicia, in provincia di Teramo, una donna in stato di choc che dichiara di essere stata violentata da due uomini. I giornali ne sottolineano la nazionalità italiana, come se questa potesse determinare il grado di indignazione dell’opinione pubblica.
Ancora dati Istat aggiornati al 2019 parlano di 88 casi al giorno di violenza contro una donna, uno ogni quarto d’ ora.
Se credessimo al racconto che dipinge gli aggressori come mostri o pazzi, dovremmo pensare ad una improvvisa epidemia che negli ultimi anni abbia misteriosamente colpito i nostri mariti, compagni, ex, colleghi e datori di lavoro, amici, un’ epidemia di raptus violenti.
Ma questi uomini non sono minacce che vengono dall’esterno, non sono alieni: sono il prodotto di una cultura patriarcale e maschilista di cui la violenza è elemento strutturale alimentato quotidianamente nelle sedi istituzionali e non, con delle politiche e un linguaggio che perpetuano stereotipi di genere e sessismo.
Una cultura che non si combatte con iniziative retoriche e spesso inefficaci ma che necessita di prese di posizione esplicite e di scelte politiche mirate.
Arcigay Teramo, Arcigay Chieti e le transfemministe del territorio continueranno a sostenere e dare voce a tutte le vittime di violenza, sollecitando le istituzioni e proponendo sempre e comunque una cultura alternativa.

Arcigay Teramo