TERAMO – Un momento di solennità e di festa, la cerimonia di questa mattina in via Savini per il disvelamento del bassorilievo raffigurante “I martiri di Sella Ciarelli”, opera donata dall’autore il maestro scultore Giuseppe Palombo al Comune di Teramo per renderla fruibile alla popolazione teramana.
La scultura, fuori dalla Caserma del Comando provinciale dei Carabinieri, ha un significato di raccordo con la cittadinanza. “L’opera rappresenta la tradizione che detta i valori fondanti della nostra Costituzione che si regge sui valori di liberà, coraggio e resilienza“, ha detto il comandante dei Carabinieri Colonnello Pasquale Saccone. Presenti alla cerimonia tutte le istituzioni civili e militari.
L’opera realizzata nel 2001 di cm 96 di altezza e 146 di larghezza, è stata eseguita in cemento fuso francese, raffigura il momento in cui tre Carabinieri e un Alpino vengono fucilati da un plotone di esecuzione nazista per rappresaglia. L’opera, oltre ad abbellire un angolo della città, ricorderà ai passanti e in particolare alle future generazioni, il sacrificio quattro giovani italiani che hanno servito la Patria fino all’estremo sacrificio, atto che non deve e non può essere dimenticato.
ASCOLTA PASQUALE SACCONE
DISCORSO COMANDANTE SACCONE
Autorità civili, militari, religiose, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadini tutti:
è un vero orgoglio per me, in qualità di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo, darvi il benvenuto alla cerimonia odierna.
Innanzitutto, desidero esprimere un sincero ringraziamento al Sindaco della Città di Teramo – Dott. Gianguido D’ALBERTO – che è stato convinto sostenitore di questa manifestazione e, fin da subito, ha sposato con entusiasmo la nostra iniziativa di voler arricchire la città di un monumento rievocativo di un episodio tragico della Seconda Guerra Mondiale ma denso di significato per la storia di Teramo e per i carabinieri che in questa provincia prestano servizio.
Un grazie sentito, inoltre, al Maestro Giuseppe PALOMBO, per le sue straordinarie qualità artistiche, che gli hanno consentito di realizzare quest’opera, che, a breve, andremo a scoprire, che rende vivido e drammatico, per come esso è davvero stato, il momento della fucilazione dei carabinieri di Sella Ciarelli e per averne fatto dono gratuito alla città.
Un saluto sentito, inoltre, al dott. Barducci, nipote di una dei martiri che con la sua presenza impreziosisce la cerimonia.
Dicevo orgoglioso perché, per la prima volta, noi Carabinieri celebriamo, nel cuore di Teramo, in aggiunta alle abituali e solenni rievocazioni di Rocca Santa Maria e di Pascellata di Valle Castellana, l’eccidio di Sella Ciarelli, cioè del Brigadiere dei Carabinieri Leonida BARDUCCI, del Carabiniere Settimio ANNECCHINI, del Carabiniere Angelo CIANCIOSI e del Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI, facendo dono imperituro alle future generazioni di un episodio eroico che narra di chi ha sacrificato la vita per il bene comune, per garantirci pace, giustizia e libertà.
Oggi, non si può non riflettere su come questi valori che questi carabinieri hanno difeso, siano, fondanti e tuttora cristallizzati in quel tabernacolo di laicismo che è la nostra Costituzione, con l’auspicio che, da questo momento, passando per questo viale, ciascun cittadino ma soprattutto i più giovani possano riflettere sul coraggio di questi carabinieri, espressione della resilienza della nostra nazione e dei nostri più virtuosi valori identitari.
Una breve riflessione, inevitabile, su quei drammatici fatti del settembre 1943 e su come si arrivi alla loro fucilazione.
E’ il 25 settembre 1943, a 40 km da Teramo, in località di Bosco Martese del Comune di Rocca Santa Maria, una delle prime colonie di partigiani, rette e speditamente inquadrate militarmente, da un altro eroico carabiniere, il Cap. Ettore Bianco, già Comandante del Gruppo di Teramo, infligge diverse uccisioni nelle file regolari dell’esercito tedesco (moriranno ben 57 militari tedeschi), divenuto dall’8 settembre 1943, esercito invasore, capeggiato, in queste latitudini, dal Maggiore HARTMAN.
Chiaramente, al successo della imboscata di Bosco Martese, seguirono le rappresaglie tedesche con l’uccisione, nello stesso giorno, a Torricella Sicura di 5 partigiani ed il 26 settembre, a Valle Castellana, Fraz. Pascellata, dei nostri tre Carabinieri e del sergente degli Alpini, rei, secondo i tedeschi, di non aver voluto rivelare le posizioni e i nascondigli degli uomini di Ettore Bianco.
E’ il primo episodio eroico della Resistenza, celebrato e raccontato da Radio di livello internazionale, come Radio Londra da cui presero le mosse le altre attive resistenze sugli Appennini Tosco-emiliano e nel nord Italia e che portarono, con il sostegno degli alleati, alla liberazione del 25 aprile 1945. Giorno in cui, dunque, festeggiamo il valore della libertà e della resistenza, che è appunto un valore di tutti gli Italiani e a cui, senza tema di smentita, noi carabinieri abbiamo contribuito in modo significativo, non potendo non citare, al riguardo, l’eroico Salvo d’Acquisto e i martiri di Fiesole in Toscana.
In questo giorno solenne, dunque, onoriamo la memoria di coloro che hanno dato la vita per la nostra libertà. Li ricordiamo con gratitudine e rispetto. Il patrimonio valoriale tramandatoci in eredità é un impegno per noi tutti nel continuare a difendere i valori di giustizia, uguaglianza e libertà per cui hanno combattuto, credendo nella solidarietà come valore per costruire una comunità coesa, capace di affrontare le future sfide con determinazione e resilienza.
Purtroppo, lo scenario globale internazionale attuale è nuovamente allarmante. Da ben due anni, si sta consumando una guerra tra popoli affini nel cuore dell’Europa e, dal 7 ottobre scorso, ha ripreso ad ardere un’altra guerra in una terra senza pace come il medio-oriente.
Serve indubbiamente una politica di descalation senza la quale gli scenari possono diventare imprevedibili per tutti e il ricordo e la memoria e lo studio della storia delle ragioni che hanno portato a questi scenari e a quelli passati costituiscono un valore essenziale da cui dover necessariamente ripartire per raggiungere, al più presto, un equilibrio.
A proposito, dello studio e, dunque, della cultura, consentitemi, partendo ancora una volta da sentimenti di forza e resilienza, di fare un’ultima riflessione su un’attualissima vicenda che ha riguardato la città.
Un forte incitamento a riorganizzarsi quanto prima nel riprendere gli studi degli istituti scientifico- classico e coreutico di Teramo, perché ci sono alcuni valori come la cultura, la conoscenza e la bellezza che non possono aspettare e solo questi valori potranno salvarci.
Viva i Martiri di Sella Ciarelli, viva Teramo.
Grazie.