TERAMO – “Il sequestro dell’edificio che ospita il Convitto ed il Liceo Classico di Teramo, riporta all’attenzione pubblica il tema della sicurezza delle strutture scolastiche, riaccesosi dopo gli eventi sismici del 2016 e, purtroppo, caduto nel dimenticatoio troppo presto”. Lo ricorda l’Unione Nazionale Italiana dei Tecnici degli Enti Locali, che, per voce del presidente della sezione Abruzzo, Arch. Raffaele Di Marcello, aggiunge: “i bassi indici di vulnerabilità sismica di molti edifici scolastici, costruiti diversi decenni addietro, con materiali e tecniche che, oggi, non permettono il raggiungimento degli standard previsti dalle normative vigenti se non con costosi interventi, spesso non totalmente risolutivi”.

“Infatti – sottolinea il presidente regionale UNITEL – la vulnerabilità sismica è la predisposizione di una costruzione a subire danneggiamenti e crolli e la sua valutazione si presta a non poche discrezionalità che portano ad orientare gli interventi migliorativi che, spesso, non permettono di raggiungere il massimo grado di sicurezza previsto dalle norme vigenti al momento delle verifiche”.

“Edifici storici realizzati in muratura – evidenzia l’Arch. Di Marcello – ma anche strutture in calcestruzzo armato realizzate decenni addietro, potrebbero risultare non più idonei ad ospitare funzioni scolastiche, avendo indici bassissimi, molto al di sotto di quello minimo di sicurezza che, secondo le Norme tecniche delle costruzioni del 2018, è pari a 0, 6 nel caso di ‘miglioramento’ di edifici storici e 0,8 in caso di ‘adeguamento’ degli altri edifici scolastici esistenti, considerato che, in una sentenza del 2018 la Cassazione penale ha indicato come inadeguato anche un indice pari a 0,985, disponendo la chiusura di una scuola”.

Tanti sono i fattori che possono portare alla scelta di agire su strutture esistenti o di realizzare nuovi edifici, demolendo e ricostruendo, o di delocalizzare le strutture scolastiche in veri e propri campus, e non attengono solo la sicurezza strutturale degli edifici, ma anche ragioni sociali, economiche, trasportistiche, ecc., ricorda l’UNITEL.

“È però importante – conclude l’associazione che raggruppa i tecnici degli Enti locali – che, in Italia si attui, subito, un programma straordinario di riqualificazione e ricostruzione degli edifici scolastici di ogni ordine e grado, tenendo conto delle reali esigenze dei territori (il calo demografico è una realtà inoppugnabile), della necessaria flessibilità di utilizzazione degli edifici (che possono assumere anche funzioni di centri civici utilizzabili non solo a fini didattici) e delle esigenze sociali delle comunità. Un piano scuola che dia non solo le necessarie risorse economiche ma anche solide norme e linee guida che permettano di ottimizzare tempi e risorse, senza attendere nuove tragedie che, sull’onda dell’emergenza, portino a scelte, o a non-scelte, inadeguate”.