Giovedì 6 ottobre al Real Collegio di Lucca, a partire dalle 14,30, si svolgerà il convegno La cooperazione istituzionale per la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale, promosso dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura.

La Soprintendente Cristina Collettini racconterà gli esiti inaspettati del cantiere avviato nello scorso mese di luglio a Palazzo Rozzi di Campli, seguiti dall’arch. Giovanna Ceniccola e dal dott. Saverio Ricci della Soprintendenza.

É solo la prima fase di un ambizioso progetto di restauro reso possibile in virtù di un accordo tra Soprintendenza, Comune di Campli (ente proprietario dell’immobile) e Università degli Studi della Tuscia – Corso di Laurea Magistrale in “Conservazione e restauro dei beni culturali”.

L’evento sarà trasmesso in streaming all’indirizzo web www.youtube.com/user/EventoLuBeC e la registrazione video rimarrà visibile anche in seguito sul canale YouTube di LuBeC.

Il cantiere di Palazzo Rozzi a Campli rappresenta un’autentica sfida conservativa.

Nel 2014, il crollo della copertura incannucciata del grandioso Salone d’Onore sembrava avere decretato la perdita di un dipinto murale di oltre 30 metri quadrati, andato in frantumi.

Il recupero meticoloso dei frammenti è stato proposto e guidato dalla Soprintendenza, attuato dai restauratori e studenti dell’Università della Tuscia con il supporto logistico del Comune di Campli.

In un solo mese, 2 Funzionari Sabap, 3 docenti universitari, 4 restauratori, 6 studenti, tecnici comunali, volontari, in squadra, hanno recuperato migliaia di frammenti, li hanno riposti in cassette, in parte in situ, e poi, con grande fatica, si è proceduto alla ricomposizione del quadro centrale.

Ciò è stato possibile grazie all’allestimento di un luogo temporaneo di lavoro all’interno degli spazi del Convento di Sant’Onofrio a Campli, edificio demaniale in gestione alla Soprintendenza, dove i frammenti sono stati spolverati, adagiati su un supporto e protetti con un telo in attesa del più complesso progetto di restauro.

La Soprintendenza sta approfondendo le conoscenze sull’affresco e ritiene di poter a breve comunicare anche l’autore. Parallelamente si stanno studiando le modalità per l’apertura parziale al pubblico del convento propedeutica alla giusta valorizzazione dell’affresco e del lavoro portato avanti con metodo e dedizione.

Una porzione del Carro di Apollo ricomposta e adagiata su uno strato di sabbia a scopo protettivo (foto SABAP AQ-TE)