TERAMO – Il mondo dell’economia turistica e la principale associazione per la mobilità sostenibile esprimono congiuntamente forte contrarietà alla proposta di un bypass ferroviario nella provincia di Teramo.

Il treno è il mezzo sostenibile per eccellenza per tratte locali così come per lunghe tratte, e come tale va promosso e sviluppato aumentandone l’utilizzo anziché penalizzarlo. Invece la proposta  del bypass, calata dall’alto senza alcuna condivisione né elementi di analisi costi-benefici, sembra andare in direzione opposta. Di certo si hanno una spesa rilevante –ben 1,5 miliardi di euro a prezzi attualizzati 2022- e forti impatti ambientali negativi per il territorio: dagli impatti per un cantiere decennale,  con 10 km complessivi di gallerie, praticamente quanto il traforo de Gran Sasso,  a quelli permanenti per i 4 km di viadotti soprelevati sulle vallate del Tordino e Salinello e, ad Alba Adriatica e Roseto, viadotti ferroviari o stradali per le due intersezioni con la SS16. Di certo NON si tratta di Alta Velocità, poiché il documento ufficiale di RFI parla di una tratta da 180 kmh che, sui 16 kmh di bypass, danno un  “risparmio” di tempo irrisorio e ininfluente, dell’ordine dei 2-3 minuti. Sarebbe mai stato accettabile il traforo del Gran Sasso se avesse consentito soltanto un risparmio di così pochi minuti? Non si tratta nemmeno di una posizione meramente localistica contro un interesse nazionale –peraltro insignificante, vista la “velocizzazione” risibile. Infatti non ci si sta opponendo al passaggio di una grande infrastruttura nazionale, semplicemente perché la grande infrastruttura non c’è. Ci sono solo pochi interventi a macchia di leopardo –casualmente o scientificamente discriminatori per pochi territori- che non cambiano la sostanza dell’infrastruttura. Per l’Abruzzo  -e SOLO per l’Abruzzo –  è stato riservato questo tipo di intervento, il bypass, che taglia fuori il maggiore comprensorio turistico dell’intero Adriatico dopo quello riminese e che da solo vale due terzi di tutto il turismo regionale, con i suoi  3,5 milioni di presenze turistiche. Il turismo di massa è una grande risorsa economica che necessità di particolare attenzione alla sostenibilità, e va pertanto incoraggiato l’arrivo dei turisti in treno, con treni a lunga percorrenza comodi come le Frecce, rispetto all’arrivo in auto, che paralizza la conurbazione costiera in estate e ne deteriora la vivibilità e la percorribilità per turisti e residenti. Altri territorio con numeri turistici comunque inferiori a quelli della costa teramana, come quelli attorno a San Benedetto del Tronto e a Civitanova Marche, non vengono minimmente interessati, mentre viene invece escluso il teramano con la  sua stazione di interconnessione con la ferrovia che collega Teramo al mare e l’importante snodo ferro-gomma con la direttrice A-24 per L’Aquila e Roma. Viene addotta la questione della riduzione del rumore, riduzione appunto e non eliminazione, visto che diversi treni di minore importanza continuerebbero a passare sulla linea storica dentro il tessuto urbani della costa. Ebbene la questione rumore, che riguarda la salute il benessere delle persone,  si può e si deve migliorare da subito, con costi e tempi minimi rispetto al miliardo e mezzo di euro e al decennio di lavori della “grande opera”, semplicemente con il posizionamento di barriere anti rumore, come è già avvenuto a Pescara e in molte altre realtà urbanizzate.

Il by pass Alba/Roseto? Allo stato –dichiara il Presidente Confesercenti – Assoturismo Abruzzo Gian Luca Grimi- vedo solo un territorio che sarà gravato da pesanti infrastrutture senza nulla in cambio. Vedo la politica esultare ma non ne capisco il motivo. Quale risultato è escludere una intera provincia dal traffico ferroviario a lunga percorrenza? Quale risultato è privare la costa teramana che sviluppa 3.500.000 presenze turistiche annue dal traffico a lunga percorrenza? Prima di esultare i nostri politici locali dovrebbero valutare bene gli impatti economici sul nostro territorio, ma quelli che vedo, saranno solo impatti negativi. Ovvero: ci prendiamo l’impatto dell’infrastruttura per regalare (forse) 2-3 minuti di tempo di percorrenza e deleghiamo ad altri il traffico turistico e intermodalità. Ci escludiamo così anche dal rapporto diretto con L’Aquila No: By Pas,s vanno eventualmente fatti in territori che non ne subiscano un danno, e non siamo certo noi!”

“La costa teramana – dichiara Alessandro Tursi, Presidente nazionale FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta– è una metropoli lineare in cui, grazie alla spinta di FIAB e all’apertura e coraggio di diversi amministratori locali, si sta gradualmente realizzando un modello di mobilità intercomunale basato su una grande infrastruttura ciclabile, in sempre più tratti diventata vera e propria superstrada ciclabile. La Ciclovia Adriatica è inscindibile da una ferrovia che le corre a pochissima distanza, con una intermodalità bici-treno sempre più avanzata. Si tratta di modello di mobilità che avevamo sognato, che vediamo progressivamente realizzarsi e che costituisce ormai un aspetto identitario e  fondamentale per il successo turistico della costa teramana. Il bypass per i treni Alta Velocità riservato proprio a questo territorio penalizzerebbe il modello virtuoso e innovativo che andrebbe semmai esportato lungo tutta l’Adriatica e in altre zone d’Italia”.