PESCARA – “Il Governo impugna la legge Cura Abruzzo della Regione. Lo avevamo detto. Il 16 maggio, in un comunicato stampa dal titolo ‘La legge Cura Abruzzo è costituzionalmente illegittima: i sindacati scrivono al Governo’ avevamo segnalato all’esecutivo nazionale i punti di illegittimità del provvedimento, tra cui l’articolo 7,
intitolato ‘Pace legale’, a seguito del quale la Regione avrebbe potuto elargire un regalo di oltre 160 milioni di euro alle aziende che non hanno rispettato le leggi e i contratti negoziali sottoscritti e che hanno un contenzioso in essere con gli enti regionali. Un condono in piena regola dove a pagare il conto sarebbero stati i cittadini abruzzesi con le loro tasse che invece dovrebbero servire per poter disporre di servizi pubblici di qualità”. Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Carmine Ranieri, Leo Malandra,
Michele Lombardo e Gianna De Amicis.
“Il ministero dell’Economia e delle Finanze – sottolineano le quattro sigle – rileva tali criticità evidenziando che la norma appare indebitamente favorevole alle imprese. Ora l’auspicio è che il Consiglio regionale proceda immediatamente a disporne la revoca”.
“Avevamo ragione – dicono i segretari – e il Governo nazionale ha condiviso le nostre argomentazioni. Avremmo voluto evitare di dover chiedere all’Esecutivo di impugnare una legge dell’Abruzzo, avremmo voluto dare il nostro contributo alla stesura della stessa, ma abbiamo trovato una maggioranza politica regionale che non ha voluto ascoltare
le nostre ragioni. Come abbiamo già sostenuto, probabilmente chi ha proposto la norma immaginava la nostra contrarietà e ha di proposito evitato il confronto”.
“Da segnalare, tra l’altro – affermano i sindacalisti – che mentre tanti provvedimenti approvati nella legge sono stati enfatizzati dalla politica regionale, nessuno dei consiglieri che ha proposto e votato la legge si è preso la briga di difendere la norma sulla ‘pace legale’ di fronte alle forti critiche che i sindacati hanno mosso”.
“Chi ha proposto questa norma? Davvero il proponente non ha pensato che si sarebbe creato un danno ai cittadini abruzzesi? Non ha pensato che regalare 160 milioni di euro a poche imprese e per di più proprio a quelle che hanno attivato un contenzioso con l’istituzione che i consiglieri stessi rappresentano, avrebbe creato un danno grave alle
casse regionali? Perché non hanno mai difeso pubblicamente quella norma?
Domande che fanno dubitare degli interessi che vengono perseguiti e che dimostrano poca trasparenza sul metodo e sul merito di formazione delle leggi”, concludono Ranieri, Malandra, Lombardo e De Amicis.