PESCARA – “Purtroppo con la chiusura totale o parziale dell’attività didattica in presenza nelle scuole dell’obbligo e la conseguente interruzione dell’attività di trasporto degli alunni, i lavoratori adibiti agli scuolabus sono rimasti a casa, senza lavoro, senza stipendio e quel che è peggio senza ammortizzatore sociale”. L’allarme è lanciato dalla Filt CGIL Abruzzo Molise che scrive: “Il tutto dipende dal fatto che molti degli addetti (autisti e assistenti) momentaneamente ‘parcheggiati’, hanno sottoscritto con le imprese che si sono aggiudicate tali servizi per conto delle amministrazioni comunali, contratti di lavoro che prevedono assunzioni part- time a tempo determinato e che, in molti casi, decorrono con l’inizio delle attività scolastiche e quindi a settembre e si concludono in prima battuta alla vigilia delle vacanze natalizie, per poi iniziare con una nuova decorrenza del rapporto di lavoro a far data 7 gennaio fino alla chiusura delle attività didattiche prevista a metà giugno”.

“Una situazione ciclica di ‘start and stop’ che in questa circostanza pandemica e, a seguito della emanazione della legge di Bilancio del 30 dicembre 2020, ha particolarmente penalizzato questi lavoratori ausiliari del sistema scolastico. Infatti il legislatore – prosegue la nota sindacale – nel prevedere la proroga per la fruibilità del trattamento di integrazione salariale straordinaria (cassa integrazione ordinaria e in deroga) per la durata massima di 12 settimane, ha introdotto (supponiamo involontariamente) un vincolo che penalizza i lavoratori del trasporto scolastico ovvero tutti coloro che “non risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti la prestazione al 4 gennaio 2021”.

“In definitiva a causa di questo specifico vincolo temporale, ai lavoratori del trasporto scolastico viene preclusa l’opportunità di fruire dell’ammortizzatore sociale in quanto regolarmente assunti solo dal 7 gennaio e quindi con 3 giorni di ritardo rispetto al requisito di legge. Non potendo intervenire sul legislatore nazionale – conclude Filt CGIL – non ci resta che fare appello alle istituzioni regionali e quindi all’assessore al lavoro Quaresimale, all’assessore ai trasporti D’Annuntiis affinché possa essere individuata una soluzione alternativa che possa comunque garantire un sostegno al reddito a queste lavoratrici e a questi lavoratori rimasti senza salario in una condizione lavorativa che è già di per se alquanto precaria”.

Nella provincia di Teramo il problema riguarda i lavoratori del servizio di trasporto scolastico di diversi comuni: Teramo, Atri, Pineto, S.Egidio, Castellato, Montorio, Torricella, Ancarano, Canzano e Colonnella.