TERAMO – Il Duomo di Teramo torna a illuminarsi per la Festa della Donna ma le donne, in particolare dopo questo ultimo anno, hanno molto poco da festeggiare: i femminicidi sono raddoppiati, il 98% di chi ha perso il lavoro è donna (dati Istat) e anche la rappresentanza politica e istituzionale ha subito un duro colpo come testimoniato dalle polemiche che hanno accompagnato la formazione del Governo Draghi. Le donne della Commissione Pari Opportunità della Provincia e quelle della Consulta per le pari opportunità del Comune di Teramo hanno deciso di sottolineare insieme questa ricorrenza con una presa di posizione molto lontana da toni festosi. Domenica 7 marzo, dalle 18 alle 22, il Duomo si illumina con una rosa intenso che vira sul rosso e sulla scalinata verranno sistemati 85 palloncini, tante sono le donne vittime di violenza fra il 2020 e i primi mesi del 2021. “Su ogni palloncino il nome di una sorella perduta – dichiara Graziella Cordone, presidente della Consulta per le pari opportunità del Comune di Teramo nonché consigliera provinciale – i dati Istat disegnano in maniera implacabile un forte arretramento della condizione femminile e l’aumento delle violenze e dei femminicidi. In un contesto tanto difficile per tutti a causa della pandemia noi dobbiamo farci carico di far rilevare questa ferita che rischia di passare in secondo piano e che ha pesanti ripercussioni negative sulle dinamiche sociali, relazionali, familiari e anche politiche. Le donne hanno bisogno del nostro sostegno, devono sapere che possono contare sulle istituzioni e sulle donne delle istituzioni”.
“L’8 marzo è ancora una festa?” si chiede Tania Bonnici Castelli, presidente della CPO della Provincia: “Utilizziamo questa giornata per ricordare i diritti delle donne, quelli conquistati con sacrificio e perseveranza e continuamente messi in discussione, ma soprattutto quelli non ancora raggiunti pienamente”. La Castelli ricorda che anche sul nostro territorio: “con gli occhi semichiusi di tutti gli Enti, non si rispetta l’equilibrio di genere nelle nomine” e che dopo le polemiche per la scarsa presenza di donne nel Governo: “si è cercato di rimediare con i sottosegretari: sempre una sedia dietro gli uomini. Eppure dati alla mano le ragazze sono spesso più istruite dei loro coetanei, molto più preparate, hanno voti più alti alla maturità, sono loro a superare più degli uomini i concorsi a numero chiuso, sono una risorsa preziosa e noi abbiamo ancora bisogno che vengano imposte per legge le quote rosa. E meno male che ci sono. Ecco perché in questa giornata, come donna e come presidente della Cpo provinciale, rinnovo la promessa di dare battaglia apertamente a chiunque non rispetti il ruolo delle donne continuando a pretendere provvedimenti e leggi che ci tutelino”. – Ufficio Stampa –