I vaccini anti-Covid arrivano a singhiozzo, ormai non possiamo negarlo, ed è colpa di una organizzazione europea che non si è mostrata troppo efficiente. Più efficiente è nell’annunciare il prossimo arrivo di milioni di dosi, addirittura; ma senza una programmazione certa, tutto resta nel vago, il tempo scandisce l’unica cosa certa: l’attesa. È intorno all’attesa che si stringono le speranze, che si progetta il futuro. È durante questa attesa che si potrebbe organizzare tutto l’iter della vaccinazione, dalla prenotazione, la così detta manifestazione di interesse, alla scelta dei presidi e del personale preposto. Con il governo Draghi pare che la macchina sia stata revisionata e rafforzata. Così basta andare sulla piattaforma regionale realizzata per la prenotazione al vaccino e cerchiamo di prenotarci: c’è un link di rimando per gli over 80 e i disabili o fragili, uno per il personale docente e non docente, uno per gli asili nido pubblici e privati, uno riservato ai Centri di Formazione, poi basta: per tutti gli altri, under 80, pensionati, personale a diretto contatto con il pubblico, ancora non è possibile manifestare la volontà di vaccinarsi.
Forse sarebbe il caso di chiudere la piattaforma e chiamare gli aventi diritto, uno ad uno, man mano che si rendono disponibili i vaccini, e in modo indiscriminato: in fondo sono più i giovani che vanno in giro a rischiare di essere contagiati che non il vecchio ottuagenario che se ne sta preferibilmente e prudentemente in casa.
di Pasquale Felix