ROSETO – Le Guide del Borsacchio, associazione impegnata nella tutela e valorizzazione della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, desiderano portare all’attenzione delle autorità e della cittadinanza una situazione che necessita di chiarezza e confronto. Si tratta della definizione della linea di costa e dei recenti permessi concessi nella Zona B della riserva, che stanno generando ambiguità e difficoltà nella gestione del territorio.
Attraverso il Geo Portale, è evidente come le particelle catastali finiscano sulla spiaggia, a causa di una linea di costa ferma a decenni fa. Questo disallineamento tra la realtà fisica e le mappe catastali crea incertezze che nuocciono a tutti: alle istituzioni, ai privati e, soprattutto, all’ambiente. Un esempio emblematico è la famosa “Casa Verde”, una casa diroccata sulla spiaggia che in inverno diventa una sorta di isola nel mare. Quando fu costruita, questa casa era circondata da un vigneto, ma oggi, a causa dell’erosione costiera, si trova direttamente sulla spiaggia. Tuttavia, le mappe non riflettono questa trasformazione, mantenendo la linea di costa come se fossimo ancora negli anni ’70 o ’80.
Il Demanio Marittimo e la Zona del “Lido a Mare”
Secondo il Codice della Navigazione (art. 28 e seguenti), il demanio marittimo è costituito da:
- Il lido del mare: la spiaggia, ovvero la fascia di terra bagnata dal mare, che si estende fino al punto raggiunto dalle massime maree invernali.
- Le spiagge e le dune: le aree sabbiose o ghiaiose che si trovano lungo la costa, comprese le formazioni dunali.
In particolare, il “lido a mare” è definito come la fascia di 150 metri dietro la linea del mare, ovvero il punto raggiunto dalle maree . Nella zona B (fra mare e ferrovia) del Borsacchio, le mareggiate invernali arrivano ormai a metà strada con la ciclabile, segnando un’erosione costiera che ha trasformato profondamente il paesaggio. I terreni compresi tra il mare e la ferrovia, un tempo agricoli, sono oggi prevalentemente sabbiosi e costituiscono dune grigie, frutto dell’arretramento della costa. Questa trasformazione naturale, però, non è ancora stata recepita dalle mappe catastali, che continuano a rappresentare questi terreni come aree agricole.
La Situazione Attuale
Il Comune di Roseto degli Abruzzi, basandosi su mappe non aggiornate, ha recentemente rilasciato permessi per attività agricole nella Zona B della riserva. Tuttavia, queste autorizzazioni appaiono dubbiose, poiché le particelle catastali su cui si basano risultano ormai sulla spiaggia e, in alcuni casi, addirittura in mare. Tecnicamente, secondo le mappe attuali, si potrebbe persino arare la spiaggia, cosa ovviamente impossibile e dannosa per l’ecosistema costiero.
Questa contraddizione tra la realtà fisica e le mappe legali crea una situazione insostenibile. I terreni che un tempo erano agricoli sono ormai diventati spiaggia e dune, e la Zona B della riserva, secondo la definizione del Codice della Navigazione, sarebbe ormai quasi interamente da considerarsi “lido a mare”.
Un caso emblematico è rappresentato dai due nidi di tartaruga marina (Caretta caretta) registrati nel 2023 e 2024. Questi nidi sono stati deposti ovviamente sulla spiaggia, in un’area che, secondo le mappe catastali, risulta ancora classificata come terreno agricolo o vigneto. In pratica, mentre le tartarughe hanno scelto un luogo naturale per deporre le uova, le mappe legali continuano a considerare quella stessa area come un terreno destinato all’agricoltura. Il paradosso è che per via della non ridefinizione della linea di costa tecnicamente parlando i nidi di tartaruga marina (che ovviamente fanno i nidi nella sabbia) sono i primi nidi di tartaruga di mare su terreni agricoli . Questo paradosso evidenzia quanto sia urgente aggiornare la linea di costa per evitare ulteriori ambiguità e garantire una corretta gestione del territorio. Ovviamente questo ha generato assurde complicazioni burocratiche nella gestione del nido .
La Nostra Proposta
Le Guide del Borsacchio hanno inviato una segnalazione alle autorità competenti, tra cui la Capitaneria di Porto di Pescara, la Regione Abruzzo e il Comune di Roseto degli Abruzzi, per sollecitare l’aggiornamento della linea di costa e la ridefinizione dei confini del demanio marittimo. Definire con precisione queste aree non è solo una questione burocratica, ma una soluzione che può prevenire conflitti e garantire una gestione armoniosa del territorio.
Conclusioni
La situazione attuale, seppur complessa, può essere risolta attraverso un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. Chiediamo alle autorità di intervenire per chiarire una volta per tutte i confini del demanio marittimo, in modo che una spiaggia sia riconosciuta come tale anche sulle cartine e un terreno agricolo sia effettivamente un terreno agricolo. Solo così sarà possibile creare armonia tra uomo e natura, preservando questo prezioso ecosistema per le generazioni future.