ATRI – “Abbiamo letto con stupore ed una certa preoccupazione la risposta del Direttore Generale della ASL di Teramo Maurizio Di Giosia e del Direttore Sanitario Maurizio Brucchi, pubblicata sugli organi di stampa lo scorso mercoledì riguardante la riapertura dei reparti chiusi, a seguito dell’Emergenza Covid, presso il Presidio Ospedaliero di Atri. Il tutto in una forma molto generica che ai più potrebbe sembrare una dichiarazione tranquillizzante ma per noi del Circolo del Partito Democratico di Atri non lo è affatto”. In una nota il gruppo politico denuncia, tra i diversi aspetti, la mancanza di tre “elementi fondamentali”, relativi alla tempistica, alle modalità e a quali reparti riaprire.
“Queste risposte invece le esigiamo con una certa urgenza da chi guida questa Asl – scrive il Circolo Pd – soprattutto perché i cittadini di questo comprensorio (70/80 mila utenti) da molti mesi sono stati privati di servizi essenziali. Per completezza espositiva, li riassumiamo in breve.
PEDIATRIA: Il reparto di degenza è chiuso ai ricoveri ordinari e Day-Hospital; il centro Regionale per la Fibrosi Cistica è costretto da troppo tempo a ricoverare i piccoli pazienti in altri ospedali; un pediatra trasferito da Atri a Sant’Omero dal 1 febbraio 2020 per 30 giorni. Nel Comune di Atri non c’è neanche un Pediatra di libera scelta.
CARDIOLOGIA: Reparto di degenza chiuso e ad oggi regna il silenzio assoluto su quando riaprirà.
UROLOGIA: In apparenza sembra che qui regni la confusione. Invece noi sappiamo che è stato già tutto deciso, scritto e (sembrerebbe) anche firmato. Praticamente i medici che oggi operano al San Liberatore andranno definitivamente a Teramo e il reparto di Atri si trasformerebbe in un pied-à-terre di Teramo. L’Urologia di Atri è una UOSD con 6 posti letto in AFO. Sappiamo che ci sono Urologi che verrebbero volentieri. E per carità di patria nel racconto per adesso ci fermiamo qui.
SERVIZIO DI ANESTESIA: La carenza cronica di medici anestesisti praticamente rallenta tutta l’attività chirurgica. Il PD chiede che questo problema vada affrontato alla radice e subito, in quanto la sua soluzione è vitale per il funzionamento dell’intero Presidio.
NUOVA TAC: Si dice che la nuova TAC verrà installata in Radiologia al posto di quella in uso. Bene. Il problema sorge nella allocazione della TAC residua che in maniera naturale andrebbe sistemata nei locali della ex Medicina Nucleare confinanti con la radiologia e quindi più funzionale. Detti lavori non avrebbero un costo eccessivo. Invece pare che la vecchia TAC la si voglia sistemare dentro un container su un camion esterno. Ci chiediamo: pronto per partire per altri lidi?”
“Rivogliamo l’ospedale che avevamo fino all’otto marzo 2020 – conclude la nota del Circolo Pd di Atri – Almeno questo ce lo dovete. Perché è già tardi e siamo stufi di aspettare o di leggere generiche dichiarazioni. Senza ricordare qui le sfilate politiche durante la prima ondata della pandemia con le promesse del Presidente della Regione, dell’Assessore e di qualche Consigliere Regionale finalizzate al risarcimento e potenziamento futuro di questo presidio che si stava sacrificando e ancora si sacrifica”.