L’AQUILA – Leggo con stupore, e anche con un po’ di sconcerto, le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che accusano la sottoscritta e l’intera giunta regionale di non aver preso alcuna decisione sulla sanità in questi 10 mesi di governo.

Per il rispetto del lavoro che invece è stato portato avanti, con la collaborazione del numero esiguo di dipendenti del Dipartimento Sanità, che si sono impegnati con spirito di abnegazione, tra mille difficoltà, mi corre quindi l’obbligo di precisare e puntualizzare alcuni aspetti.

Strumenti di programmazione

Non corrisponde al vero che questo governo non ha proceduto a formulare dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale. Tutti sanno, compresi i sindacati, che già da luglio abbiamo iniziato a inviare al Tavolo di monitoraggio (che deve validare preventivamente qualunque nostro provvedimento, essendo l’Abruzzo una Regione in piano di rientro) le schede sui presidi ospedalieri da riqualificare e la richiesta di deroga per mantenere aperto il punto nascita di Sulmona. La verità è che abbiamo scelto di condividere le nostre ipotesi con gli organismi ministeriali prima della loro adozione formale. E questo per evitare che accadesse quanto successo con la precedente giunta di centrosinistra, con i documenti che hanno fatto la spola tra Pescara e Roma per 5 anni, senza che accadesse nulla di concreto. Abbiamo ricevuto delle osservazioni, alle quali forniremo i necessari chiarimenti, in quello spirito di collaborazione interistituzionale che contraddistingue la nostra azione di governo.

Edilizia sanitaria

Sono contenta che i sindacati apprezzino la nostra scelta di abbandonare la strada dei project financing, ma allo stesso tempo non posso non rispondere che questa giunta non ha accumulato alcun ritardo. Motivo: la programmazione del precedente governo per la costruzione dei nuovi ospedali non è mai stata firmata dal ministero e i primi 143 milioni di euro assegnati all’Abruzzo, non sono mai stati deliberati. Siamo stati noi a sollecitare l’assegnazione dell’intera somma prevista per la nostra regione, così da poter finalmente avviare concretamente gli iter progettuali e i cantieri dei nuovi presidi, che finora erano solo belle intenzioni rimaste sulla carta.

Personale

E’ stato questo governo regionale, la scorsa estate, ad approvare i piani del fabbisogno di personale delle Asl, che prevede 1755 nuove assunzioni in 3 anni, oltre alla possibilità di sostituire “uno a uno” i dipendenti che si dimettono o vanno in pensione. Negli ultimi mesi sono partiti numerosi concorsi, ma la verità è che molti avvisi (soprattutto quelli per gli ospedali più piccoli) vanno deserti perché i medici sono pochi e preferiscono optare per le strutture più grandi. Stiamo cercando di ovviare a questo problema con una serie di azioni organizzative messe in campo dalla Asl, grazie anche alla disponibilità che hanno dato i medici già in servizio.

Liste d’attesa

Per la prima volta, nel 2019, una giunta ha destinato 2 milioni di euro di fondi del bilancio regionale (non del sistema sanitario) per l’abbattimento delle liste d’attesa, inseriti nel piano specifico approvato da questo governo. Questo ha consentito, seppur sperimentalmente, di aumentare considerevolmente il numero delle prestazioni eseguite e una riduzione notevole dei tempi di attesa per i primi accessi. Da qualche settimana sono operativi, anche se ancora non a pieno regime, i Cup di secondo livello, a cui si rivolgono direttamente gli specialisti per prenotare le prestazioni successive. E’ vero che c’è ancora molto da fare, ma voglio ricordare che spesso i tempi di attesa sono legati al fatto che il medico prescrittore non barra la classe di priorità, ritenendo dunque la prestazione richiesta non urgente (o forse non così necessaria). Anche a questo aspetto riserveremo particolare attenzione, visto che i livelli di inappropriatezza in Abruzzo sono eccessivi e fuori da ogni standard.

Un ultimo appunto lo riservo rispetto all’utilizzo del termine “roboante”, relativamente alle mie dichiarazioni. Chi mi conosce sa che sono una persona sobria e abituata a lavorare senza clamore, nel rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Stiamo mettendo le basi per riprogettare la nostra sanità dalle fondamenta, ricalibrando le misure soprattutto sull’assistenza territoriale, così da evitare gli inutili accessi ai pronto soccorsi ospedalieri e i conseguenti affollamenti (impropri) dei reparti per patologie che potrebbero essere curate senza bisogno di ricovero. Non è un qualcosa che si conclude in 10 mesi di governo e sostenere il contrario, additando tutti i problemi della sanità abruzzese a questa giunta, è quantomeno sbagliato.

Continueremo in ogni caso ad andare avanti nel nostro programma di governo, con i sindacati al nostro fianco, anche perché è bene ricordare che sulle assunzioni di nuovo personale e sulle liste d’attesa, la nostra risposta alle loro istanze è stata immediata e fattiva.

 

L’Assessore regionale alla Salute

Nicoletta Verì