PESCARA – La tendenza è la stessa. Le famiglie abruzzesi, anche per il prossimo anno scolastico, scelgono un corso liceale per la formazione dei loro figli. A dirlo sono i numeri appena raccolti, dopo la chiusura del termine perentorio del 31 gennaio per iscriversi ad una scuola superiore di secondo grado. Carlo Frascari, segretario regionale Snals-Confsal ne dà una lettura esaustiva. “Sono stati comunicati dal Ministero dell’Istruzione i primi dati sulle iscrizioni agli istituti superiori per l’anno scolastico 2020/2021. Anche quest’anno”, comincia Frascari” i licei sono le scuole preferite dagli alunni con una media nazionale intorno al 56%; il 31% hanno scelto gli istituti tecnici e il 13% gli istituti professionali.
Il dati della nostra regione” prosegue il massimo dirigente abruzzese dello Snals-Confsal “ sono particolarmente significativi: a fronte di un aumento delle iscrizioni ai licei, 62% secondo solo al Lazio, si registra una diminuzione ai tecnici e professionali. Si rafforza, così, la grande corsa ad un settore di istruzione che ha come sbocco prevalente l’iscrizione alle università. I dati farebbero supporre che nel nostro Paese ( e nella nostra regione) vi sia una buona percentuale di laureati ma, non è così. L’Italia è penultima nella classifica OCSE con il 27,8 % di laureati (media UE 45%) e con un tasso disoccupazione molto alto tra i giovani. I diplomati degli istituti tecnici e professionali, anche se non raggiungono la laurea, hanno, fra l’altro, una possibilità occupazionale molto più alta dei liceali.
E’ da supporre, quindi, che molti giovani abruzzesi” aggiunge Frascari”, lasciano l’università senza conseguire il titolo e fanno poi fatica a trovare un posto di lavoro. A fronte di tale situazione si registra, di contro, una pressante richiesta da parte delle associazioni della piccola e media impresa di figure professionali nei settori tecnici.
Da tali riflessioni possiamo parlare di scelte non sempre oculate delle famiglie e degli alunni che sembrano preferire percorsi di studio attraenti ma senza analizzare le reali possibilità di un futuro nei diversi settori lavorativi e le attitudini personali degli studenti. E’ una situazione, “ chiude il segretario regionale Snals- Confsal Abruzzo”, che si può correggere solo con percorsi di orientamento efficaci nel primo ciclo di istruzione, con il coinvolgimento diretto delle famiglie e una opportuna formazione degli insegnanti. Analisi diversa dovrà essere fatta quando ci saranno i dati definitivi degli iscritti complessivi a tutti gli ordini di scuola in Abruzzo. Dalle prime notizie il trend negativo non sembra arrestarsi”.