TERAMO – “Ciò che si temeva come conseguenza inevitabile del lockdown si è puntualmente verificato. Le donne lavoratrici sono state le più penalizzate dalla pandemia e dai suoi effetti negativi sul sistema economico”. Lo afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri che, in una nota, scrive: “Iniziano ad arrivare i primi dati, purtroppo allarmanti, che fotografano l’impatto della crisi pandemica sul mondo del lavoro. Secondo la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro la crisi lavorativa da Covid ha investito in modo più evidente l’occupazione femminile: durante il lockdown in totale si registra una perdita di 841 mila posti di lavoro, di cui molto più della metà, il 55,9%, era occupato da donne. Numeri che preoccupano e rendono ancora più incerto il futuro lavorativo anche nel nostro territorio, che rischiano di rendere vani i sacrifici fatti dalle donne per conciliare il lavoro con la famiglia. Il quadro già a tinte fosche rischia di diventare ancora più inquietante quando si esauriranno i benefici degli ammortizzatori sociali e terminerà il blocco dei licenziamenti”.
“Si parla tanto, ad esempio, di abolizione del gap salariale tra lavoratori e lavoratrici – continua Brandiferri – ma ad oggi non si è fatto nulla di concreto, se non tante enunciazioni di principio. La ripresa post Covid non può prescindere da una totale eliminazione della disparità di trattamento tra i due genere in ambito lavorativo e i fondi europei del Recovery Fund potrebbero rappresentare una importante risorsa per incentivare l’occupazione femminile. Come Consigliera di Parità ho cercato di fornire sempre il mio contributo in termini non solo di progetti ma anche di atti concreti. Al fine di favorire l’adozione di misure a sostegno del lavoro femminile ho presentato le seguenti proposte al tavolo delle Consigliere Nazionali: aumento congedi parentali da 30 a 40 giorni con copertura dello stipendio fino all’80%; introduzione di una indennità straordinaria per le famiglie con figli a carico che versano in uno stato di difficoltà economica; riconoscimento normativo dello Smart Working per le donne lavoratrici con figli fino al terzo anno di età; aumento del bonus per le donne casalinghe, o con genitori anziani da accudire o con figli fino a 14 anni di età”.