CASTELLI – C’era stato un lungo periodo nel quale Castelli, culla della ceramica non soltanto nazionale, permetteva, agli operatori, in un week-end classico, di versare oltre 100 milioni di lire nelle casse dei vari Istituti di Credito. Altri tempi, vero, ma anche altre situazioni: non c’era stato il sisma, non c’erano stati oltre 250 centimetri di neve e i circa dieci giorni di quasi isolamento, senza energia elettrica e non soltanto. Non c’erano gli sfollati di oggi ed il turismo viveva della sola, propria offerta, di assoluta qualità. Altri tempi, vero, ma nonostante tutto siamo rimasti davvero colpiti nel dover prendere coscienza, direttamente, dell’attuale situazione, con un centro storico abitato da qualche famiglia, il cui numero non va oltre le dita di una mano e con tantissime botteghe chiuse (oggi ne operano 34, complessivamente), conseguenza della difficile ed incredibile ricostruzione post-sisma. Il turismo è letteralmente scomparso. Ieri, domenica, ad esempio, a Castelli erano presenti una cinquantina di turisti maltesi, quasi spaesati, che sono andati via a mani vuote, anzi no: uno, forse, qualche euro l’aveva lasciato…
Ekuonews ha condiviso qualche ora con alcuni di loro, con quelli che hanno operato negli ultimi due anni in moduli provvisori forniti dalla Caritas di Teramo: vendite? Zero. Ma il problema più increscioso nasce da un provvedimento di rimozione delle strutture che li ospitano, emanato dal primo cittadino, Rinaldo Seca. Sono stati diversi ed infruttuosi gli incontri con i quattro artigiani-artisti, che rischiano il definitivo collasso, ma non diremmo tutto se non asserissimo che tale decisione, criticabilissima e sulla quale la stessa Caritas è vanamente intervenuta, e più volte, potrebbe anche essere “bene accetta” da altri! In fondo se ad operare sono meno di 34 e se si registrasse un ulteriore taglio, quantificabile in oltre il 10%, almeno “potenzialmente” qualche euro in più a disposizione, per i “sopravvissuti”, ci sarebbe. Credeteci, abbiamo più volte avuto l’impressione d’essere dinanzi ad una vera e propria “guerra tra poveri”, dinanzi alla quale la politica dovrebbe svolgere ruoli e mansioni tesi alla salvaguardia del territorio, seppur dinanzi a situazioni articolate e difficili. Il nostro resoconto sarà suffragato da due interviste di artisti-artigiani che, come altri, hanno reso Castelli e la Provincia di Teramo “Culla della Ceramica” nel mondo: il fine tende a fare in modo che il buonsenso abbia il sopravvento sulla burocrazia, anche quella “forzata”.
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