TERAMO – Dopo le dimissioni di Luigi Ponziani da Assessore alla Cultura si è aperta ufficialmente la stagione dei rimpasti al Comune di Teramo. Si sarebbe fatto comunque, a prescindere, è vero: era in previsione, infatti, un allargamento di maggioranza che probabilmente si sarebbe concretizzata nei prossimi mesi, ma la riconsegna delle delega da parte di Ponziani ha accelerato l’operazione nella tempistica.
Certo dopo 15 mesi sembra davvero “prestino”, e ci riporta troppo alla memoria il recente passato, ma ora come ora la rinfrescata è diventata oltremodo obbligatoria. Rientrato dalla due giorni romana, in giornata il Sindaco Gianguido D’Alberto dovrebbe convocare i Capigruppo. Proviamo a fare un gioco e a capire come potrebbe essere composta la nuova Giunta che secondo rumors potrebbe passare da 7 a 9 Assessori: 6 “vecchi” e 3 nuovi, o forse no. D’Alberto potrebbe anche decidere di optare per un mini rimpasto rimpiazzando il solo Ponziani, ma da più parti arrivano altre sollecitazioni.
Intanto, finalmente superati i mal di pancia, Maurizio Verna potrebbe entrare come scelta del Sindaco: per lui si potrebbero profilare deleghe di peso come bilancio (delega a cui aspirebbe anche Flavio Bartolini) e il personale (attualmente alla Marroni). Ma potrebbe anche dirottarsi sul sociale, in caso salti Simone Mistichelli. A quel punto Verna rientrerebbe in quota PD. Dem che avrebbero comunque due rappresentanti, considerato che rimarrebbe Stefania Di Padova.
Stesso numero per “Podemos” che annovera Sara Falini e Antonio Filipponi e tra le cui fila scalpita Francesca Chiara Di Timoteo. I due sono intoccabili, per ora, e la Di Timoteo per ora non avrebbe molte chances.
Poi ci sarebbero i nuovi ingressi, da Giovanni Cavallari al gruppo di Mauro Di Dalmazio, Al Centro per Teramo, che porterebbe due posti in Giunta. Il primo si accomoderebbe all’Urbanistica (ora di appannaggio della Di Padova) e il secondo alla Cultura.
Da dire che a Giovanni Cavallari non è ancora arrivata una proposta ufficiale, mentre i dalmati scalpitano da un po’.
Ci sono poi le 13 deleghe assegnate a Valdo Di Bonaventura da dover risistemare. Lo stesso Di Bonaventura non ha mai nascosto a più riprese che di alcune ne farebbe volentieri a meno: potrebbe essere l’occasione buona.
Il gruppo +Teramo per ora rimane a guardare: si profilerebbero del resto all’orizzonte altre possibilità (vedesi Cda Team)
In caso di ingresso “Dalmata” tra i banchi della maggioranza, è stato scritto più volte di sconvolgimenti in casa Teramo 3.0, che però a questo giro potrebbe decidere di avere un profilo basso. Al momento infatti la vice Sindaco Maria Cristina Marroni è intoccabile, a meno che non decida lei di andarsene.
Certo per il Primo cittadino sarà una bella gatta da pelare, decidere di inserire tasselli o riposizionarli provando a salvare tutti gli equilibri, non sarà affatto facile.