TERAMO – Il mio eroe, il mio campione ha segnato solo 4 goal nel Teramo.
Non era un campione. Non ha giocato tante partite. Non sapeva nemmeno giocare a calcio. Ma in mezzo al campo sputava l’anima e dava tutto. Incespicava con il pallone, cadeva e si rialzava, andava avanti, seguiva il campione avversario come un molosso e lo mordeva alle calcagna.
Lo ricordo in una partita quando, ormai quarantenne, giocava con le Acli Teramo. un giorno di pioggia disperata. In mezzo al fango del vecchio “Comunale” era un gigante. sporco in faccia, sulle gambe, sulle braccia e mordeva ancora l’avversario. La sua maglia era la sua pelle. Poi continuò a giocare nei tornei aziendali, perché per lui giocare a calcio, anche se non era un campione, era tutto.
Giocò a fino ad età avanzata, sul campo gli mancava il respiro, ma inseguiva attaccanti più giovani di lui di trent’anni.
In copertina una foto nel 1949-50. Esordirà nel Teramo in prima squadra solo tre anni dopo, nel 1952 in una partita casalinga che il Teramo vinse 2-0 con l’Ortona.
Dante Franchini non era un campione, ma ancora oggi è il mio campione. E’ qui, davanti a me, distrutto alla fine di una partita, sporco di fango come un minatore di Marcinelle, ostinato a voler praticare un gioco che era la sua vita anche se per giocarlo le doti erano scarse.
Facile essere campioni quando si è campioni. Non è facile esserlo quando non lo si è.