Penso che oggi Luciani guardi le cose da lassù ripetendo ancora quello che disse nel 1959 quando veniva consacrato vescovo. Questa è la stoffa della vita cristiana che ha insegnato simpliciter et naturaliter anche a me, e la storia per la quale oggi sono piena di gratitudine: «Sto pensando in questi giorni che con me il Signore attua il suo vecchio sistema: prende i piccoli dal fango della strada e li mette in alto, prende la gente dai campi, dalle reti del mare, del lago e ne fa degli apostoli. È il suo vecchio sistema. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo, né sul marmo, ma addirittura nella polvere, affinché se la scrittura resta, non scompaginata, non dispersa dal vento, sia bene chiaro che tutto è opera e tutto è merito del solo Signore. Io sono il piccolo di una volta, io sono colui che viene dai campi, io sono la pura e povera polvere; su questa polvere il Signore ha scritto… Se qualche cosa mai di buono salterà fuori da tutto questo, sia ben chiaro fin da adesso: è solo frutto della bontà, della grazia, della misericordia del Signore».

Al cuore della veglia di ieri, una meditazione costruita sulle stesse letture scelte per la Messa di insediamento del Papa beato. Ai testi biblici seguono passi dall’omelia di Giovanni Paolo I, proclamata dalla voce stessa del Pontefice, e le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Sono tre le “carezze” dai contorni profetici che il nuovo Vescovo di Roma rivolse allora ai cristiani di Roma riuniti in Basilica. La prima, a commento della lettura dal libro di Isaia, metteva in risalto la responsabilità della comunità dei credenti. Il cenno all’obbedienza in uno stralcio dalla Lettera agli Ebrei, fu l’occasione per ribadire la necessità di mettere in pratica gli indirizzi del Concilio Vaticano II, in particolare nella promozione del laicato. Con il terzo augurio, dal commento al capitolo 28 del Vangelo di Matteo, Giovanni Paolo I rinnovava il patto con il popolo di Dio, prendendo su di sé i doveri del pastore: «ammaestrare», «battezzare» e «insegnare ad osservare».