TERAMO – Questa UIL FPL, da anni ed in perfetta solitudine, a più riprese, ha evidenziato le improprie politiche gestionali praticate dall’ Azienda Regionale Attività Produttive della Regione Abruzzo e le connesse insostenibilità economiche, anche in considerazione della crescita esponenziale della massa debitoria accumulatasi e maturanda.
Questo Sindacato, e solo esso, in sede di dedicati tavoli sindacali, ha cercato in tutti i modi di fronteggiare le poco ortodosse metodiche gestionali poste in essere dai vertici aziendali, rilevandone le anomalie e le connesse incongruenze e criticità al fine di tutelare i territori, i servizi e soprattutto i dipendenti.
Senonché, al verificarsi di una nuova e dedicata spesa per consulenze ed incarichi (circa 1.400.000,00 € in un solo anno), e all’indomani della procedura di licenziamento collettivo, quale extrema ratio, siccome inascoltata ed in quanto preoccupata delle sorti aziendali, riteneva opportuno interessare formalmente la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale, la Commissione Regionale di Vigilanza, attraverso apposita audizione, l’Autorità di Audit e Controllo Ispettivo Contabile della Regione Abruzzo, e non ultimo la Procura Regionale della Corte dei Conti.
Le corpose e documentate segnalazioni di cui sopra poiché questo Sindacato aveva ravvisato, in quanto ravvisabili, condotte gestionali davvero sintomatiche: a tratti dilatorie, ovvero indolenti, o comunque non caratterizzate dalla cura diligente dei comuni interessi, oltre al ricorso di pratiche amministrative tanto inusitate ed irragionevoli, quanto potenzialmente perniciose.
E, il timore circa una imminente deriva si è recentemente rafforzato allorquando si è avuta contezza della attuale condizione debitoria in cui versa l’ARAP, nonché, a maggior ragione, della presa d’atto di una guerra, a tutto campo e senza esclusione di colpi, nel frattempo scoppiata all’interno del Consiglio di Amministrazione, caratterizzata da attacchi feroci ed accuse velenose, accompagnate dai rituali preavvertimenti di future azioni legali: insomma, tutti contro tutti e ciascuno, all’interno del gruppo, alla ricerca del capro espiatorio a cui imputare tutte le possibili colpe e su cui far ricadere le eventuali responsabilità connesse e conseguenti.
Ma, i nodi vengono sempre al pettine: è giunta l’ora che gli attori principali della vicenda, tutti ed indistintamente, seppur ciascuno per la propria parte e competenza, si assumano le rispettive responsabilità, di varia natura, per il procurando disastro.
In questo senso, a giudizio di questa UIL FPL, per la prima chiamata di responsabilità, inclusa quella di natura politica, si ritiene dover indicare il precedente organo di governo della Regione Abruzzo.
E ciò non soltanto per aver fortemente voluto la nascita e l’avvento dell’ARAP, (anche in funzione di poderosa stazione appaltante “facile e veloce”, a cui affidare le maggiori risorse economiche), realizzata mediante la fusione, ed accorpamento, dei vari Consorzi Industriali dell’Abruzzo (escluso quello di Pescara), e relativa nomina della governance (Commissario Straordinario, prima, e Consiglio di Amministrazione, poi), deputata a fornire le direttive politiche e ad esercitare poteri di controllo, la quale, a sua volta, in contrasto con le normative statutarie vigenti, si dotava di un Direttore Generale, a cui affidare la gestione.
Ma, al netto di altre osservazioni di merito, rimane la considerazione che i preannunciati progetti di crescita ed annesse strategie competitive delle azioni da realizzare, sono miseramente falliti; mentre sul “campo di battaglia” rimangono le scorie derivanti da atteggiamenti datoriali davvero censurabili e sotto ogni profilo poiché fondati sull’ostentato rispetto verso una Istituzione Pubblica e verso il Lavoratore.
Oggi, con le formalizzate dimissioni del Presidente motivate da una complessiva situazione di ingovernabilità dell’Ente essendo venute meno le condizioni ed i presupposti di corretta gestione delle attività, si vuole sperare che la Regione Abruzzo, in qualità di regista, per la risoluzione della crisi aziendale in auge presso l’ARAP, non voglia assoldare il migliore attore sulla piazza al quale far interpretare il ruolo di “tagliatore di teste” , ovvero altrimenti detto “specialista dei licenziamenti” al fine di disfarsi degli “esuberi”.
A riguardo, a scanso di equivoci, dovrà essere chiaro a tutti che così come è avvenuto in passato, questo Sindacato non si convertirà e non si renderà in nessun modo, e sotto ogni aspetto, complice con la parte datoriale per la commissione di un qualsivoglia misfatto sociale, in quanto ingiusto, ed eticamente discutibile e poco nobile.
Noi della UIL FPL riteniamo che sia ora di farla finita con precarietà e licenziamenti e sia giunto il momento di immaginare una Società più equa e più giusta e, comunque, diversa da quella che ci vorrebbero imporre i vari “tagliatori di testa” ed i loro mandanti.
Ad ogni buon conto, siccome seriamente preoccupata sul futuro aziendale dell’ARAP, prossimamente si provvederà ad avanzare richiesta di audizione presso la competente Commissione Consigliare della Regione Abruzzo per esplicitare ipotesi di lavoro per una seria ricostruzione dell’ ARAP, ovvero per un effettivo rilancio attraverso un serio Piano industriale in termini qualitativi e quantitativi, attraverso il quale programmare le strategie competitive e le connesse azioni da realizzate per il raggiungimento degli obiettivi strategici.
L’Aquila/Teramo, 4 giugno 2019
LA SEGRETERIA REGIONALE UILFPL
-Giuseppe De Angelis
-Alfiero Antonio Di Giammartino-