PESCARA – “La pandemia da COVID 19 ha inevitabilmente investito e condizionato anche il mondo del lavoro. Dall’inizio dell’emergenza si contano 4.655 infortuni da contagio Covid in Abruzzo e 579 in Molise. Di questi, 41 con esito mortale (32 in Abruzzo e 9 in Molise). Ancor più vasto, però, è il fenomeno delle malattie Covid non denunciate come infortunio sul lavoro. Da un lato le difficoltà organizzative generate dal susseguirsi di normative e circolari, dall’altro i diversi approcci al tema da parte dei medici di base nell’inviare i certificati agli enti, hanno fatto sì che tanti si siano visti riconoscere la semplice malattia INPS e non l’infortunio sul lavoro INAIL”. Sulla base di questi dati la CGIL Abruzzo Molise, con il Patronato INCA regionale, ha avviato una campagna informativa e di sensibilizzazione sul tema.

Nei prossimi giorni verranno convocati i Comitati Consultivi Provinciali dell’INAIL presieduti dai membri della CGIL (Giuseppe Visco a Chieti, Leopoldo Di Filippo ad Isernia, Daniele Selli a L’Aquila e Mauro Pettinaro a Teramo) con l’obiettivo di approfondire i numeri del fenomeno anche incrociandoli con le banche dati INPS, così come saranno interessate anche le altre strutture provinciali INAIL. “Contestualmente partirà un’attività di carattere informativo tramite assemblee sui luoghi di lavoro e comunicazioni ai singoli lavoratori – informano il Segretario CGIL Francesco Spina e il coordinatore INCA Mirco D’Ignazioper valutare se la propria malattia da contagio Covid, possa essere trasformata in infortunio. Questo, in particolare, riguarderà quei settori in cui, a causa dell’elevata esposizione al rischio contagio, vi è ‘presunzione di infortunio’ e non occorre dimostrare che il contagio sia avvenuto sul luogo di lavoro. Saranno quindi interessati tutti coloro che operano nel comparto sanitario (medici, paramedici e tecnici) e gli addetti alle vendite, i banconisti e chi opera in front-office”.

“Affinché vi sia il riconoscimento dell’infortunio Covid è necessario attivarsi subito tramite il Patronato INCA CGIL, considerando anche che vi è una prescrizione triennale. Il riconoscimento dell’infortunio in luogo della malattia, oltre a benefici di carattere economico e contrattuale, garantisce, a differenza della semplice indennità INPS, anche la copertura per eventuali postumi che il contagio da Covid 19 dovesse generare. Necessario quindi, oltre ad una capillare informazione per le lavoratrici ed i lavoratori potenzialmente coinvolti, anche che INPS ed INAIL lavorino affinché venga garantito il riconoscimento pieno dei diritti a tutte e tutti”, conclude la nota sindacale.