“Non siamo in una situazione di epidemia“. Lo afferma il direttore generale della Asl di Pescara, Armando Mancini, a proposito della vicenda di Andrea Montebello, il 21enne di Città Sant’Angelo (Pescara) morto a causa di una sepsi meningococcica fulminante. Stamani l’azienda sanitaria ha ricevuto gli ultimi risultati degli esami eseguiti sui campioni prelevati sul giovane: si tratta di un ceppo particolare, “un caso sporadico, circoscritto, legato alla reattività individuale del povero ragazzo“. Non ci sono, quindi, indicazioni per una vaccinazione a tappeto. Dopo che i laboratori della Asl pescarese avevano individuato il batterio in questione, Meningococco di tipo ‘B’, gli ultimi accertamenti sono stati eseguiti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dal Meyer di Firenze, centri di riferimento nazionale in materia. Esami che hanno consentito di individuare il ceppo responsabile della morte del giovane, denominato St213. Non è lo stesso responsabile di un’epidemia in Toscana, ipotesi di cui si era parlato dopo il decesso del ragazzo. Ribadendo che si tratta di “caso sporadico”, Mancini sottolinea che “non ci sono ulteriori indicazioni e precauzioni da prendere rispetto a quelle già adottate” e cioè la profilassi farmacologica per coloro che hanno avuto contatti diretti e prolungati con il ragazzo. “La vaccinazione è sempre una cosa utile, suggerimento valido a prescindere da questo caso“, conclude Mancini. Il giovane era arrivato in pronto soccorso intorno alle 21 di martedì 30 aprile con i sintomi tipici della meningite. Accertato che si trattava di sepsi meningococcica, è stato ricoverato prima in Malattie infettive e poi in Rianimazione, ma nonostante i tentativi di salvarlo, anche con tecniche innovative, è morto alle 5.30 di mercoledì mattina. Diverse decine le persone che erano entrate in contatto con lui e che sono state sottoposte alla profilassi. (ANSA)