TERAMO – Estendere al più presto la campagna vaccinale anche ai volontari della Protezione Civile e di altre associazioni di assistenza. Appare infatti in tutta la sua paradossale evidenza che, ad un mese dall’inizio della campagna vaccinale italiana, ancora non siano compresi nella programmazione delle attività, i volontari che si adoperano in prima fila quotidianamente, così come invece accaduto per altre categorie che giustamente sono già state vaccinate.
Per sanare questo vulnus, con particolare premura, il vicesindaco con delega alla Protezione civile del Comune di Teramo Giovanni Cavallari, ha indirizzato un appello condiviso con il sindaco Gianguido D’Alberto, al Ministro della salute Roberto Speranza e al nuovo Commissario della Protezione Civile nazionale, Ing. Fabrizio Curcio.
La sollecitazione degli amministratori teramani parte dalla inequivocabile evidenza di come il contributo fornito dai volontari della Protezione civile e di altre associazioni di assistenza durante l’emergenza Covid nel nostro Paese, porti gli stessi ad intervenire spesso proprio nelle aree più colpite dalla diffusione del contagio, mettendo a rischio la propria salute, quella dei familiari e di tutti coloro che comunque con essi entrano in contatto.
La singolarità della situazione, per i due amministratori teramani, sta proprio nel considerare che molto è stato già fatto per mettere in sicurezza il personale sanitario e molto si sta facendo per i lavoratori dei servizi essenziali quali personale scolastico e forze dell’ordine, mentre appunto restano quasi inspiegabilmente ancora esclusi alcuni operatori di prima linea, tuttora relegati in una sorta di zona grigia, che sono appunto quelli dei servizi di emergenza e di assistenza.
L’accorata sollecitazione dei due amministratori, espressa con una lettera inviata appunto al Ministro della Salute e al Commissario della P.C., è proprio quella di adoperarsi per estendere al più presto la campagna vaccinale anche ai volontari delle associazioni di assistenza. D’altronde, sottolineano Cavallari e D’Alberto, proprio nell’ottica della tutela dei soggetti più fragili è fondamentale completare il percorso di messa in sicurezza per coloro che di queste categorie si occupano in prima persona, appunto il personale volontario di Protezione civile. Tra l’altro, in tal modo sarebbe assicurato un cordone sanitario privo di falle, a ulteriore tutela dei soggetti più deboli e in previsione del sempre più probabile impiego degli stessi volontari per la campagna vaccinale di massa ritenuta improrogabile dal Governo Nazionale.
Nell’appello Sindaco e Vicesindaco, suggeriscono anche una soluzione concreta, derivante dal fatto che oggi si può contare sulla disponibilità di dosi di vaccino AstraZeneca ancora non utilizzate e riservate esclusivamente alla popolazione Under 65, che potrebbero essere adoperate proprio per i volontari di Protezione Civile.