Le associazioni no profit crescono sempre di più. Gli italiani hanno voglia di aggregarsi per supportare una causa. Sentono che devono impegnarsi per cambiare le cose e se l’unione fa la forza, la somma è presto fatta. Le no profit nascono e si moltiplicano con celerità.
Ma quale strategia bisogna adottare per farsi conoscere, raccogliere fondi e attirare nuovi sostenitori? Le strade che si possono percorrere sono diverse, ma tutte hanno un unico obiettivo: comunicare e farlo meglio degli altri. Meglio degli altri? Non è mica la comunicazione aziendale! No, non lo è. Ma è molto simile. Proprio come nella comunicazione aziendale, oggi una no profit non può pensare di esistere senza la comunicazione. Deve far conoscere la sua mission, la sua vision, i suoi obiettivi, le azioni per raggiungerli e i risultati ottenuti. Deve fare i conti con la scarsità di risorse pubbliche e, proprio come le aziende, deve vincere la concorrenza e strappare una donazione alla no profit concorrente. Poco romantico rispetto alla nobiltà di intenzioni dietro alla loro nascita, ma di sicuro il mio è un ritratto realistico.
Come deve comunicare quindi una no profit? Innanzitutto concentrandosi sui suoi obiettivi. Vuole comunicare la sua mission? Vuole attrarre nuovi volontari? Desidera rendere noti i risultati raggiunti? Gli obiettivi possono essere tanti e la comunicazione va pianificata in base ad essi. Anche gli strumenti da utilizzare vanno decisi in base agli obiettivi e al target al quale ci si rivolge.
Difficile capire come muoversi se si parla in modo così astratto. Ecco allora servita una case study utile per capire quanto detto.
“Amici di Alessia Onlus” è un’associazione nata nel 2018 a Teramo a sostegno dei malati miastenici. Il nome svela un po’ chi c’è in questa associazione: gli amici di Alessia. L’Alessia in questione è Alessia Scarpone, una donna di 40 anni che vive nel popoloso quartiere di Teramo: Colleatterrato. Fin da ragazza avvertiva un continuo senso di stanchezza, che i medici per più di 10 anni hanno curato come anoressia mentale, senza accorgersene che in realtà era Miastenia Gravis. La Miastenia è una malattia complicata, poco conosciuta e poco riconosciuta. Tutti i muscoli volontari si indeboliscono e si affaticano rapidamente. Si soffre di un affaticamento muscolare e può colpire a qualunque età.
Gli obiettivi di una nascente no profit, come Amici di Alessia onlus, sono i più comuni: avere visibilità e raccogliere fondi. Partendo da questi due obiettivi si è lavorato su una strategia che indicasse le azioni utili a raggiungerli. Oltre ad avere lavorato sulla mission, vision, obiettivi dell’associazione, logo e materiale informativo, si è deciso di puntare sugli eventi, anche considerando la tipologia di target al quale ci si rivolge. Sembra strano che una no profit si dia da fare proprio su questo aspetto. E invece non lo è affatto. Gli eventi sono un modo utile per allacciare relazioni sociali preziose per chiedere sostegno, oltre che per farsi conoscere. Così nel periodo più pazzerello dell’anno, cioè Carnevale, hanno organizzato ben due eventi. Un laboratorio di maschere per bambini, che si è tenuto il 28 febbraio nei locali della Chiesa del Risorto a Colleatterrato, per avvicinare i bambini al mondo del riciclo, oltre che per incoraggiare lo spirito di amicizia, tanto caro all’associazione.
E un evento pensato agli adulti: “Carnival“. Si sta infatti organizzando un ballo in maschera, anche se quest’ultima non è obbligatoria, per il 5 marzo al Ristorante Acquamarina a S. Nicolò a Tordino. Un modo divertente per farsi conoscere al pubblico e trovare il prezioso sostegno che consente all’associazione di sostenere i malati miastenici nella loro relazione con gli ospedali, di organizzare corsi informativi sulla malattia al personale medico e di raccogliere fondi utili alla ricerca.
Le no profit per sopravvivere devono cambiare i loro abiti candidi e puri e indossare quelli più accattivanti delle aziende profit. È un discorso cinico, ma necessario per far esistere e far crescere le no profit. Buona trasformazione.