TERAMO – “Il grave, ennesimo episodio avvenuto ieri sera nel carcere di Teramo (ndr 3 gennaio 2019) dove un assistente della Polizia penitenziaria è stato aggredito in modo “vile” ed alle spalle da un detenuto italiano, già noto per analoghi fatti all’interno della sezione “comuni” ordinaria, riportando la frattura del setto nasale con prognosi ancora sconosciuta”.
La denuncia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE in una nota tagliente, che prosegue:
“Ciò dimostra, se ancora ve n’era bisogno l’allarmante situazione delle carceri italiane e in particolare di quello teramano, abbandonato da tempo dall’Amministrazione Centrale e Regionale e diventato ricettacolo di detenuti riottosi, ingestibili e psichiatrici, che per effetto della miscela esplosiva determinata dal sovraffollamento delle celle (64mila detenuti per 42mila posti letto) e dalle endemica carenza di personale di Polizia (ben 5mila unità in meno rispetto agli organici previsti) sono diventati ingovernabili”.
Quello di Teramo (dove per altro negli ultimi mesi si sono verificati numerosi episodi di minaccia e tentata aggressione nei confronti di poliziotti penitenziari e altri fatti gravissimi per l’ordine e la sicurezza, con detenuti che aggrediscono altri compagni per qualsiasi motivo, e dove un detenuto, ultimo inquietante episodio in ordine di cronaca, che per essere trasferito in altro carcere ha devastato una sezione detentiva causando danni ingentissimi , con tensioni tra i detenuti e inevitabili problemi di sicurezza interna che ricadono sulle donne e gli uomini della Polizia penitenziaria.
Nonostante i gravissimi e ripetuti episodi, perlopiù, sempre perpetrati dagli stessi facinorosi, non vengono puniti adeguatamente con il carcere duro del 14 bis O.P. e se vengono puniti non scontano la punizione perché “non la possono supportare” previo prescrizione medica (sic!)
Servono dunque provvedimenti urgenti e concreti,altro che le fantomatiche linee guida del Capo del Dipartimento Basentini.
Il regime di sorveglianza particolare prevede restrizioni al trattamento e ai diritti dei detenuti ritenuti pericolosi per la sicurezza penitenziaria. In base all’articolo 14 bis possono essere sottoposti a regime di sorveglianza particolare per un periodo non superiore a sei mesi, che può essere prorogato più volte, ma ogni volta in misura non superiore a tre mesi, i detenuti che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza negli istituti penitenziari, quelli che con la violenza o le intimidazioni impediscono le attività degli altri detenuti, quelli che nella vita penitenziaria mettono in stato di soggezione altri detenuti. E invece tutto questo non avviene! E’ questo il nuovo corso nella gestione delle carceri di Bonafede e Basentini ?
Basentini non può fare il forte con i deboli, ossia con i poliziotti, ed essere poi debole con i forti, cioè i detenuti! Non lo accettiamo!! ha diramato delle circolari ai provveditori regionali, di allontanare fuori dal distretto i detenuti facinorosi e applicare loro il carcere duro, perché questo non avviene? perchè il Provveditore Regionale per il Lazio, Abruzzo e Molise dr.ssa Calandrino da cui dipende l’istituto teramano non le applica? La Polizia Penitenziaria merita rispetto e per questo, se Basentini dimostra di non avere ancora capito quali sono i reali problemi dei penitenziari italiani non ci faremo scrupoli nel dirglielo in faccia”: tanto nelle sezioni detentive 24 ore su 24 ci stanno gli agenti di Polizia penitenziaria, certo non lui, il provveditore regionale o il direttore.
Si rammenta che a Teramo la capienza regolamentare è 270 detenuti: invece ne sono 430 e in più mancano 70 agenti!
La ferma presa di posizione del Sappe dopo la notizia dell’ennesimo poliziotto penitenziario aggredito in un carcere è ribadito anche dal segretario generale Donato Capece, che sottolinea: “Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Quanto accaduto a Teramo evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E rispetto all’ennesima emergenza legata al sovraffollamento, con oltre 60mila detenuti presenti nelle carceri italiane, è solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto e se si riesce a contrastare le intemperanza e le violenze di una parte di popolazione detenuta aggressiva e violenta”.
Capece esprime solidarietà e vicinanza al poliziotto penitenziario in servizio nel carcere di Teramo a cui ieri un detenuto ha fratturato il setto nasale e rivolge l’ennesimo appello al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Le carceri sono tornate ad essere incandescenti. Per questo sollecito nuovamente il Ministro della Giustizia Bonafede a convocare un incontro sul tema delle carceri che, con il crescente sovraffollamento e l’elevato numero di eventi critici, stanno tornando incandescenti”.
“Bonafede ha cambiato i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione penitenziaria, legittimamente – aggiunge il segretario generale – ma è opportuno che incontri quanto prima chi rappresenta le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, che lavorano quotidianamente con grande stress e disagio nelle sovraffollate carceri italiane caratterizzate da costante violenza contro gli Agenti. Vorremmo che ci ascoltasse, che sentisse l’opinione di chi in galera ci lavora tutti i giorni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, anche alla luce di alcune decisioni del Capo Dipartimento Francesco Basentini che non ci piacciono, non sono trasparenti, non sono utilim necessarie ed efficaci. Magari potremmo dare il nostro contributo per risolvere le costanti criticità di un sistema carcerario che ha bisogno urgente di interventi, anche a tutela di chi lavora in prima linea come i poliziotti”.