TERAMO – “Giovedì mattina alle 10.30 abbiamo intenzione di andare a Pescara in delegazione presso la sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo”. Obiettivo dei docenti del Milli, ma anche di genitori, studenti e personale ATA e amministrativo, è quello di chiedere il congelamento della decisione che vuole l’accorpamento dell’istituto liceale con il Pascal-Comi-Forti, come proposto dal piano di dimensionamento scolastico della Provincia. Proposta che dovrà essere sottoposta all’approvazione della Regione.

Questa mattina si è infatti tenuta un’assemblea nell’istituto liceale per fare il punto della situazione. “Abbiamo fatto oggi questa assemblea per decidere quali passi affrontare dopo la decisione, che sembra essere definitiva, sulle sorti del Milli. Si ipotizza questo accorpamento con il Pascal e la notizia purtroppo ci è caduta così dal cielo e l’abbiamo appurata quasi per certo negli ultimi 10 giorni. Noi insegnanti siamo abbastanza compatti”, spiega la docente Maria Passamonti della RSU della Gilda. “Io e il professor Sergio Censasorte, in qualità di rappresentanti RSU, abbiamo convocato questa assemblea straordinaria e richiesto la presenza dei rappresentanti provinciali e regionali. Sono venuti  per l’esattezza il professor Domenico Di Donato dello Snals e Lucia Di Luca della Cgil”, prosegue l’insegnante. Sono stati convocati anche i rappresentanti dei genitori e degli studenti del Consiglio d’Istituto e i rappresentati del personale ATA e amministrativo della scuola.

“Il nostro obiettivo, a conclusione di questa giornata”, dice la docente, “è stato quello di richiedere il congelamento della situazione attuale della scuola per permettere alle autorità locali di rivisitare il progetto con più criterio. La nostra proposta sarebbe quella di accorpare il Milli ad una scuola affine, se proprio ce n’è l’esigenza, perchè noi siamo distanti dall’autonomia per un numero davvero esiguo di iscritti”. Gli iscritti  attuali nella scuola sono infatti  586 e per raggiungere l’autonomia ne servirebbero solo 14 in più, visto che la soglia oltre la quale l’istituto non sarebbe più considerato sottodimensionato è di 600 studenti.

La docente prosegue: “Per anni si è ripetuta questa situazione, praticamente da quando è venuto a mancare il preside Di Giannatale. Abbiamo avuto la reggenza per un numero minimo di studenti che mancavano come iscritti. Noi chiederemo il congelamento in primis per riconsiderare una nuova ripartizione degli accorpamenti, presumibilmente rivolti ad un criterio più affine. Per esempio qui abbiamo anche, per questioni logistiche, il Classico, da cui ci differenzia a livello di piano di studi una materia. Abbiamo tutto in comune”.

E sulla nuova dirigenza, che il Milli acquisirebbe in caso di accorpamento con il Pascal-Comi-Forti, Passamonti aggiunge: “Sono convinta che la dirigenza potrebbe trovarsi in gravissimi problemi a gestire due situazioni così diverse. Perché non si prendono in considerazione le situazioni già esistenti? …che sono un vero fallimento, se andiamo a vedere. Chiedete come gli altri presidi gestiscono queste situazioni che riguardano anche il nostro territorio provinciale. Come vengono gestite? Ci sono difficoltà?  Non credo si tratti di situazioni molto felici”. Per i docenti è importante ottenere una riconsiderazione della proposta avanzata dalla Provincia. “Anche per il Pof, il piano dell’offerta formativa triennale, ci sarebbero problemi a livello di organico, di gestione, di sentimenti scolastici, oltre che per le materie”, sottolinea Passamonti.

Nei giorni scorsi è stata consegnata al presidente della Provincia Diego Di Bonaventura anche una lettera con una proposta diversa per il liceo Milli, scritto e sottoscritto dai docenti e dal personale della scuola.

Adesso aggiorneremo quella lettera aggiungendo questo nuovo aspetto e chiedendo in maniera esplicita il congelamento”, spiega la docente, “Noi abbiamo insistito tanto oggi sul fatto che non accettiamo il criterio economico e politico che sottende alla decisione finale delle autorità provinciali e regionali. Dietro questo disegno, che, ripeto, ci cade dal cielo, non è stata presa in considerazione la volontà della base, larghissima, composta da docenti, studenti, genitori. Siamo tutti propensi a difendere la nostra realtà, perchè è una scuola che funziona, va bene, che migliora ogni anno, nonostante la reggenza, che è come se fosse un governo tecnico in sostanza”.