TERAMO – I morti sul lavoro in un anno in Italia sono 1000. I morti sul lavoro in Italia nei primi 7 mesi del 2023 sono stati 559. In provincia di Teramo i morti sul lavoro nel 2023 sono stati 7. Questi sono i numeri di una strage.
Una strage quotidiana che miete vittime innocenti. Uomini e donne che lavorano quotidianamente in cambio di paghe misere, contratti precari e sfruttamento.
Poco tempo fa è toccato a cinque operai di Vercelli che lavoravano in subappalto per Trenitalia. Forse sono stati negligenti? Forse non hanno rispettato le norme di sicurezza? Forse hanno iniziato prima per andarsene a casa in anticipo? Così dicono nei talkshow, e magari a dirlo è chi un luogo di lavoro, un cantiere, una fabbrica o una rotaia, l’han visti solo nei film.
E già… perché un operaio, un manutentore, un facchino, un elettricista, la mattina si sveglia e con coscienza decide di mettere a repentaglio la propria vita, magari di abbandonare la famiglia, gli amici, la vita, per quattro miseri spicci che garantiscono appena la sopravvivenza.
Questo vale la nostra vita! Quattro spicci e ci vogliono far passare pure come colpevoli.
Lo stesso è accaduto a Gianluigi Ragni che, a 26 anni, qualche giorno fa ha perso la vita su un traliccio dell’alta tensione a Valle San Giovanni. La corrente non doveva passare, ma così non è stato. La corrente è passata e Gianluigi ha perso la vita.
Bisogna accertare i colpevoli, dicono i giornali, e le responsabilità.
E già… sarà davvero complicata quest’inchiesta. Verrà trascinata nelle aule di tribunali, fino a lasciare impuniti i veri colpevoli.
Le responsabilità sono dell’azienda che ha mandato a morire un operaio. Sono delle aziende che, pur di garantire costi bassi ai grandi monopoli, fanno a gara per ridurre le spese, abbassando i diritti, la tutela e la sicurezza, mettendo a repentaglio le nostre vite.
Le responsabilità sono delle grandi aziende che subappaltano i lavori a ditte esterne, fregandosene della sicurezza e del rispetto dei lavoratori.
La colpa è dei padroni! La colpa è del capitale! La colpa è di questo sistema economico che ci affama!
Ci vedremo per parlarne in un’assemblea pubblica in Piazza Orsini, giovedì 5 ottobre alle ore 18:30.
La prossima volta su un necrologio ci può finire tuo figlio, tua figlia, un tuo caro.
Rimanere indifferenti equivale ad essere parte del problema.
Noi questa strage quotidiana non la permetteremo più e saremo noi a giudicare chi sono i colpevoli!