Ieri alle 12.00 nel piazzale antistante l’Auditorium del Parco, più di 1000 studenti si sono uniti per manifestare solidarietà al Sindaco Mimmo Lucano. “In un Paese in cui le condanne per stupro vanno da 6 a 12 anni, Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e due mesi. Uno in più di Carminati per Mafia Capitale. Tre in più di Cosentino per associazione mafiosa. Luca Traini, che a Macerata nel 2018 sparò contro sei immigrati cercando di ucciderli, è stato condannato a 12 anni. Solo quattro anni ai domiciliari è stata la pena per Amedeo Mancini che, a Fermo, ha ammazzato a pugni un giovane nigeriano di 36 anni. E potremmo fare molti altri esempi”.
È quanto si legge in una nota di numerose associazioni coordinate da Arci e Anpi L’Aquila. “Le sentenze si rispettano, certo. E tuttavia la condanna come sottolinea Amnesty International ci appare ‘immotivata e sproporzionata’. Oltre gli aspetti giudiziari, che andranno approfonditi nella prospettiva di altri due gradi di giudizio, non possiamo che denunciare come sia stato colpito un uomo che, da Sindaco di un piccolo paese in abbandono, ha dato vita a una straordinaria esperienza di rilancio di una terra martoriata grazie all’accoglienza di molti migranti”, prosegue la nota.
“Riace è – e resta – un modello di accoglienza di cittadini che arrivano da altre terre e una occasione di rinascita, di ripopolamento, di umanità, di integrazione. Un modello che non si condanna perché la solidarietà non si arresta. In queste settimane, Mimmo parlava di lavoro nero, di caporalato, sfruttamento di calabresi e migranti, parlava di sanità in una Regione dove, di commissariamento in commissariamento, le strutture pubbliche sono chiuse o abbandonate”.
“Mettere in connessione queste storie significa dare voce alle persone marginali, permettergli di reagire, di alzare la testa, ritrovare dignità e speranza nel futuro: come non pensare che questa condanna sia un monito rivolto a chi si dedica agli ultimi, ai più fragili, agli sfruttati?”.
“Se quest’uomo rimasto povero e isolato per aver mantenuto i propri ideali viene condannato così duramente, colpevole di un “disegno criminoso” fatto d’accoglienza e integrazione, forse è per la fragilità di un sistema che non sopporta la presenza di simboli concreti, capaci di affrontare la realtà, di cambiarla, di renderla migliore. Mimmo è uno di questi simboli. Non vogliamo lasciarlo solo: restiamo orgogliosamente suoi complici, oggi più di ieri”, si legge ancora nella nota.