TERAMO – “Non siamo una scuola di serie B” è lo slogan con cui è riassumibile la protesta che docenti, allievi e genitori dell’IIS ‘Alessandrini-Marino’ di Teramo, hanno manifestato questa mattina sono la sede della Provincia di Teramo rivendicando la soluzione del problema di carenza di aule per una scuola tecnica che, dunque, non può essere dislocata in diverse sedi distanti dai laboratori che, per la tipologia della scuola, sono parte integrante del programma didattico.

“Sono 5 anni di promesse – ha detto per tutti la docente Gabriella Antonaccie di sedi provvisorie, ma noi vogliamo una scuola. Ora si è paventato il trasferimento al Pascal, ma questo non è possibile. I ragazzi devono stare vicino ai laboratori per prepararsi, anche perché molti di loro ancora prima del diploma hanno già un lavoro, E dunque l’Ipsia va salvato e gli va data una sede unica. In attesa di una sede definitiva si potrebbero occupare le aule dello Scientifico, che dovrebbe essere stato trasferito al Comi”.

Un progetto che sembrava ci fosse, dicono i manifestanti, “ma poi si è scoperto che non c’era” per la ricostruzione della scuola. Il Consigliere provinciale, delegato all’Edilizia scolastica Luca Frangioni, ha risposto alle obiezioni e alle rivendicazioni, spiegando le ragioni dell’evidente ritardo. “La scelta di accendere un mutuo, piuttosto che fare un finanziamento per la ricostruzione, lo abbiamo ereditato – ha detto – ma comunque ora abbiamo la possibilità di avere 7 milioni e 100 mila euro, ma sono stati sottoscritti a marzo 2020, con la pandemia in corso che ha comportato il rinvio dei termini per la presentazione del progetto esecutivo e l’affidamento dei lavori”.

Presenti, anche in veste di genitori e docenti, diversi Consiglieri comunali e provinciali. E’ intervenuto anche il Sindaco, Gianguido D’Alberto, che ha ricevuto una delegazione dell’IIS Alessandrini – Marino nella vicina sede municipale di via Carducci.

 

LE RAGIONI DELLA PROTESTA

 

LA RISPOSTA DI LUCA FRANGIONI