PESCARA – Con le prime giornate di preapertura ad alcune specie, il 5 e il 6 settembre si avvierà la stagione venatoria 2020. Il WWF, come ogni anno, ha presentato le proprie osservazioni al calendario venatorio nelle sedi opportune, in fase di consulta venatoria, nell’iter della Valutazione di Incidenza Ambientale e con le audizioni al Comitato VIA. “Con soddisfazione  – dichiara in una nota l’associazione ambientalista – constatiamo che molte delle indicazioni fornite dall’Associazione per questo calendario venatorio, ma anche nelle annualità precedenti, sono state recepite e col tempo la disciplina venatoria della nostra Regione ha subito importanti modifiche a tutela della fauna selvatica che permetteranno di salvare migliaia di animali”.

Restano, però, diverse perplessità su alcuni punti del calendario venatorio.  “La caccia a settembre è un aspetto molto critico e sarebbe stato opportuno accogliere le indicazioni del WWF – continua la nota – ma anche dell’ISPRA, definendo un’unica data di apertura al 1° ottobre, rendendo anche i controlli più realistici ed efficaci. Come il WWF ripete ogni anno, le preaperture dovrebbero essere una deroga concessa solo in presenza di rigorose e determinate condizioni scientifiche, ma invece è diventata una consuetudine, tanto più fastidiosa, soprattutto se si prevede la preapertura al 5 settembre con un calendario venatorio pubblicato a fine agosto, evidentemente per rendere più difficile, se non impossibile un eventuale ricorso amministrativo”.

“La caccia a settembre ha un pesante impatto su tutte le specie – spiega il WWF – anche quelle non direttamente cacciabili nei giorni di preapertura. Tutta la fauna, infatti, risente del disturbo in un momento particolarmente sensibile: quando i piccoli dell’anno sono ancora immaturi, le specie migratrici devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa della siccità e degli incendi ha già debilitato molte specie. A tutto ciò vanno aggiunti gli immancabili abbattimenti illeciti di specie non cacciabili, nonché il disturbo e l’interferenza con l’attività turistica e di fruizione del territorio”.

La non definizione della disciplina venatoria nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, seppur perimetrata e definita dalla stessa Regione Abruzzo, è per l’Associazione un’altra falla del calendario. Ad oggi deve essere ancora chiarito come sarà concretamente regolamentata e su questo il WWF attende le scelte della Regione per valutare eventuali azioni.

“La caccia è un’attività consentita in Italia, ma con determinate regole e sempre partendo dal fatto che la fauna rappresenta un patrimonio dello Stato – dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia – Come WWF pretendiamo quindi che le norme siano rispettate e correttamente applicate nell’interesse di tutti i cittadini e non di una piccola minoranza. Ribadiamo per questo la volontà di avere un dialogo aperto con la Regione Abruzzo per affrontare la questione venatoria in un ambito più ampio e complesso che non la sola interazione a ridosso della pubblicazione del calendario venatorio. Il WWF augura un buon lavoro a tutte le Forze di Polizia chiamate a vigilare sulla corretta applicazione delle norme spesso in territori estesi e con mezzi e personale limitati. Per i cacciatori, invece, l’augurio è sempre quello che possano decidere di rinunciare ai fucili e godere della bellezza della natura senza distruggerla”.