TERAMO – Primo giorno di scuola per i dieci navigator nei Centri per l’Impiego della Provincia di Teramo. Hanno preso servizio ieri mattina e sono distribuiti in maniera abbastanza equanime, tranne che per il capoluogo: sono difatti tre a Roseto, tre a Giulianova, due a Teramo e due a Nereto. Però in ragione dei carichi di lavoro potranno essere spostati da un centro all’altro: lunedì prossimo infatti si avrà un incontro dove valutare meglio la situazione. “Grazie a Dio che sono arrivati” è il primo commento che sa di liberatorio della dirigente del settore, Renata Durante. “Ora incrociamo le dita”. Via Milli aveva già fatto conoscenza dei dieci il 27 agosto ma i patti avevano stabilito che iniziassero il lavoro ieri.  Inaugureranno la seconda fase del reddito di cittadinanza perché si sottoscriva sottoscrivere il famoso “Patto per il lavoro”, ovvero l’impegno a collaborare con gli operatori per trovare un’offerta congrua. Nel territorio aprutino sono 3.887 (dati Inps) i beneficiari del reddito di cittadinanza (cui però si deve aggiungere una minima parte di pensioni di cittadinanza): il Ministero del lavoro stima che meno di una persona su tre sarà chiamata per cercare insieme una nuova opportunità. E dagli uffici della Provincia si avvalora tale numero, anzi si perora la cifra “di alcune centinaia” ma non la si vuol far passare per dato ufficiale, almeno per il momento: verranno sentiti tutti dai navigator entro il 30 novembre”. Le nuove figure sono perlopiù giovani e donne, sulle spalle studi amministrativi ed economici, con un obiettivo rimarcato dal governo stesso, cioè quello di “seguire chi beneficia del reddito di cittadinanza aiutandolo nella ricerca di un nuovo lavoro e verificando che tutte le attività che gli vengono proposte vengano svolte davvero e nei tempi”. A dieci navigator teramani spetterà poi verificare: che la persona svolga le sue 8 ore settimanali in progetti e lavori socialmente utili per l’umanità, che partecipi ad attività di formazione, e che accetti una delle 3 offerte di lavoro congrue, pena l’esclusione dal beneficio del reddito di cittadinanza.

I due manager del Cpi di Teramo avrebbero dovuto iniziare in quella che si era ventilata essere la nuova sede di quasi 400 mq nell’ex palazzo della sanità, in Piazza Martiri Pennesi: era stata difatti raggiunta l’intesa con il Comune e si sarebbe dovuto firmare l’accordo quanto prima ma evidentemente qualcosa è andato storto. L’attuale ubicazione in Provincia risulta essere troppo esigua e solo momentanea. I locali di Piazza Martiri Pennesi invece sono ampi, dislocati al primo piano.

Ma nei Cpi di Teramo è allarme dipendenti, segnala Durante: “Atri, che doveva chiudere, resta aperto  un giorno a settimana a causa dei due dipendenti andati in pensione. A Roseto, che stava per chiudere anch’esso, si alternano invece tre persone che vengono dal Cpi dell’Aquila”. I Cpi della provincia (Teramo, Atri, Nereto, Giulianova, Roseto) vantano 20 addetti “ma ne servirebbero almeno 40, il doppio” precisa Durante che però ha ribadito che la Regione Abruzzo quanto prima verrà in soccorso su questo versante (sono iniziate le procedure per assumere 20 dipendenti di categoria “D” e 30 di “C” che andranno a riempire i vuoti soprattutto segnalati a Teramo, Pescara e Chieti).

“I 20 mila contatti attuali del Cpi aumenteranno con la manovra governativa di sostegno al reddito e delle nuove occasioni di lavoro”.

 

Maurizio Di Biagio