Con il progetto di legge regionale recante “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 18/1983 e n. 11/1999 e misure urgenti e temporanee di semplificazione in materia urbanistica”, la Regione Abruzzo, in pieno agosto (la norma verrà discussa in Consiglio Regionale il 5 agosto prossimo), vara un’importante norma che modifica la legge urbanistica regionale.
E il tutto avviene senza consultare Ordini professionali e portatori di interesse, in barba agli impegni presi, dalla stessa Regione, nel convegno organizzato il 24 gennaio scorso dall’INU e dalle Federazioni degli Ordini degli Architetti di Abruzzo e Molise e degli Ordini degli Ingegneri
d’Abruzzo.
Una norma che, con la “scusa” dell’emergenza Covid-19, apporta modifiche alla normativa urbanistica regionale, più attente a liberalizzare le destinazioni d’uso e a limitare le funzioni delle Province, che ad introdurre soluzioni reali, senza che, dopo sette mesi dalle indicazioni emerse dal citato convegno di gennaio, ci sia stato un minimo confronto su un progetto di legge sul governo del territorio che possa, finalmente, dotare la nostra regione di uno strumento di gestione al passo con i tempi, che possa facilitare la pianificazione, non solo edilizia ma anche ambientale, paesaggistica, infrastrutturale, rivedendo anche la gerarchia istituzionale degli enti locali coordinandone competenze e funzioni.
Gli Ordini abruzzesi degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori chiedono, pertanto, alla Regione, di bloccare la norma e di discuterla con tutti i portatori di interesse, con l’impegno che a questo testo normativo segua, entro la fine dell’anno, una vera legge sul Governo del Territorio, ampiamente condivisa e utile a risolvere le tematiche che gli Ordini, l’Istituto Nazionale di Urbanistica ed altre associazioni hanno segnalato da tempo.