TERAMO – Una cosa non sarebbe dovuta mai accadere in casa Città di Teramo, vale a dire l’insanabile frattura determinatasi tra due dei quattro soci fondatori. Da quel momento si sono tracciati due percorsi diversi che mai più si congiungeranno tra loro (miracoli a parte). Al primo scoglio, quindi, la società sportiva biancorossa si è arenata ed è per questo che l’azione in pressing del Comune, spalleggiato da un Comitato che qualche dubbio sul futuro del calcio teramano comincia a nutrirlo, diviene asfissiante.

Lunedì 5 giugno, nel provvisorio Palazzo di Città, è fissato un nuovo incontro con gli stessi attori, i quali dovrebbero portare delle novità concrete, non più auspici e speranze o, peggio ancora, chiacchiere. Il problema è questo: se Lunedì scorso, forzando benevolmente la situazione, lo considerassimo “giorno zero“, temiamo che si andrà incontro ad un Lunedì-bis, e spieghiamo perché.

Se il Gruppo A qualche movimento lo ha fatto registrare, ma poco più che esplorativo, il B, che ha fatto qualcosina in più, avrebbe bisogno di ulteriori 8-10 giorni prima di sperare in qualcosa di concreto… Eppure, se la memoria non ci inganna, all’atto di presentazione del Progetto triennale legato alla “ripartenza” del calcio, fu stilato un programma che prevedeva un budget di circa 400.000,00 euro per l’Eccellenza. Questa somma c’è o non c’è? Su questi aspetti sono stati assunti dei precisi impegni morali con la città ed è scaduto il tempo del “potrebbe esserci se…“.

Forse è quel che cercheranno di capire, nell’incontro prossimo, sia il Comitato, sia il Sindaco, i quali prenderanno comunque atto del fatto che, la tanto auspicata e quasi da loro imposta società di capitali, è ben lungi dall’essere creata e strutturata.

Discorso a parte per il “Bonolis”, sul quale torneremo.

Bella non è.