E’ il libro al 1° posto nella classifica Bestseller di IBS Libri Società. E basterebbe questo per dare ragione della presentazione del libro “Nulla è come appare” dell’avvocato Nicodemo Gentile, lunedi 3 maggio, ore 11,00, all’Istituto “Moretti” di Roseto degli Abruzzi.
Nessuna meraviglia. E’ il nuovo libro di un principe del foro, uno degli avvocati più famosi e importanti in Italia, personaggio tv, presidente nazionale dell’associazione Penelope, nata con l’obiettivo di dare sostegno a partenti e amici delle persone scomparse.
Dopo “Laggiù tra il ferro” che racconta in un viaggio le storie di chi è costretto dalle sentenze “In nome del popolo italiano” ad esser recluso, un viaggio tortuoso, doloroso e che cambierà la prospettiva di quella cosa spesso invocata, violata e vilipesa che è il carcere.
Dopo “Nella terra del niente. Storie di scomparse, storie di famiglie” dove l’avvocato da protagonista racconta dove sono andate le vite di chi scompare, e dove sono confinate le vite di chi rimane”. Con spirito critico rispetto a una legislazione ancora carente e una burocrazia spesso avvilente, ma anche con trasporto e sensibilità, senza mai perdere di vista il lato umano delle vicende.
Dopo il best seller “Il Padrone” dove Gentile, come un inviato in zona di guerra, si ritrova sul fronte del processo a misurarsi con storie di vita, d’amore e di morte, e racconta di Sara Di Pietrantonio, 22 anni morta ammazzata dall’uomo che diceva di amarla, prima strangolata e poi data alle fiamme. E lasciata bruciare sull’asfalto, al buio e in solitudine, qualche ora prima dell’apparir dell’alba. Come un fagotto abbandonato , ecco “Nulla è come appare. Storie di accertamenti tecnici” il nuovo libro – Faust edizioni – dell’avvocato Nicodemo Gentile, originario di Cirò (Catanzaro) ma da anni residente a Perugia dove lavora come penalista.
Nel libro – che è già un grande successo – si affronta il tema dei diversi saperi scientifici con cui ha avuto a che fare nel corso di alcune indagini e processi , come lui stesso spiega sulla copertina del volume. Nel libro, il quarto scritto dal legale, sono finiti quindi gli omicidi di Meredith Kercher, di Melania Rea, di Sarah Scazzi, di Teresa Costanza e Trifone Rangone, della contessa dell’Olgiata, di Roberta Ragusa, Guerrina Piscaglia di Sara Di Pierantonio.
E così, senza filtri né paludamenti, si parlerà di genetica e di medicina legale, di informatica e di entomologia, di antropologia e di altre scienze forensi. Senza alcuna pretesa di esaustività, non da manuale per intenderci, senza avere la verità in tasca da sbandierare, con la ferma convinzione però che ogni frequentatore delle aule di Giustizia non può, o almeno non può più, far finta di niente e girare la testa di fronte alla scienza, perché essa ormai, piaccia o non piaccia, finisce spesso per dominare il processo, talvolta fagocitandolo.
Il libro vuole essere quindi un viaggio del professionista ma anche dell’uomo lungo percorsi spesso imprevedibili e inaspettati in un volume, senza filtri né paludamenti, entrando nelle storie che l’autore vive, nelle vite che difende. Storie, vite che “devo attraversare, vedere, toccare” scrive l’autore. Curioso come un bambino, che ricorda quei posti che facevano da sfondo ai racconti della nonna.
L’avvocato Nicodemo Gentile ci accompagna nei tanti tribunali d’Italia, raccontando storie di delitti efferati, di accertamenti tecnici e lo fa utilizzando una trama narrativa nuova, originale, basata su un linguaggio semplice e fluido. È un viaggio del professionista ma anche dell’uomo, con la curiosità di voltare sempre pagina, nella bellezza dei nostri borghi e delle nostre città, della nostra arte (anche culinaria) e della nostra cultura.
Leo Nodari