TERAMO – Vince il Teramo, al termine di una gara giocata spigliatamente, contro un avversario senza stimoli.
Agenore Maurizi ha vestito i panni dell'”all’amiamoci così, senza rancore”, schierando un undici rabberciato, con tanti assenti in difesa e a centrocampo (Daga, Bezziccheri, Palermo, Baschirotto, Markic e Mbende’ e con Bensaja, Rossi e Urso subentrati in corso – ndr) e che presentava titolari solo in avanti (Murillo,Tounkara e Simonelli). Erano ben cinque i 2000 in campo, quattro dei quali in difesa ( il portiere Bisogno, Falbo, Porru e De Santis, con Adopo a centrocampo). Sarà un caso ma le due reti sono venute una dalla zona sinistra di Falbo, laddove Ilari ha imperversato siglando l’1-0, e l’altra da destra, dove la coppia Porru-De Santis più Simonelli hanno propiziato il rigore del 2-0.
La Viterbese si è schierata con il 4-3-3 e con la linea difensiva da destra formata da Porru (33), De Santis (14), Camilleri (29) e Falbo (16). Nel centrocampo a tre agivano Salandria (18) in regia, Adopo (25) alla sua destra e Besea (32) dall’altra parte: in avanti inizialmente Simonelli (7) era a destra, Tounkara (9) centrale e Murilo (11) a sinistra. Durante la gara i tre si sono spesso scambiate le posizioni.
Il Teramo si è posizionato con il 4-4-2: davanti a Lewandowski, da destra, Lasik, Soprano-Piacentini e Tentardini mentre a centrocampo il giovanissimo Lombardi faceva da filtro davanti alla difesa, non da play di costruzione ma da interdittore. Ilari più offensivo del solito a destra, quasi un attaccante aggiunto, spessissimo presente nella fase di offesa. Santoro ha agito da mezzala destra: incontrista, corsa e ripartenza palla al piede, percussioni vincenti e rifinire di buona qualità: è apparso instancabile, non sempre e soltanto sulla destra. Costa Ferreira anche lui, come Ilari, entrava nel campo ma dall’altra parte, con compiti di regista avanzato, di rifinitore, sempre pronto a far ripartire l’azione. In avanti i due guastatori Birligea e Bombagi, che si sono alternati nei rientri sul play avversario l’uno, e pronto ad attaccare la profondità, l’altro. Una gran bella coppia che si completa, miscelando bene le rispettive caratteristiche. Il 4-4-2 sulla carta, in sostanza, era un 4-1-3-2, con un solo mediano bloccato (Lombardi) e con tre trequartisti: Ilari, Santoro e Costa Ferreira, al servizio delle due punte.
Nel gioco delle marcature Lasik stazionava su Murillo, con Soprano che scalava sul brasiliano quando lo slovacco saliva; lo stesso agiva nella zona di Tounkara insieme a Piacentini, prendendo a uomo il senegalese quando Piacentini era costretto a scalare su Simonelli a sinistra, se Tentardini saliva o era saltato. In sostanza il solito movimento a zona a scivolare verso il lato forte, con conseguente diagonale. A centrocampo Lombardi si incollava al giovane Adopo e spesso su Salandria, disturbato da dietro, a turno, da Birligea e da Bombagi. A destra l’inesauribile ed immarcabile Santoro, veniva preso da Besea, che lo ha patito terribilmente per tutta la gara, consentendogli cento e più giocate. Il “sacrificio” di Lombardi e delle due punte su loro play (Salandria – ndr), sgravava Costa Ferreira da compiti di marcatura in fase di non possesso, sempre pronto a ricevere tra le linee, alle spalle del loro centrocampo o in altre zone, per ribaltare l’azione con aperture e imbucate per i compagni: una mina vagante. Possiamo asserire, senza ombra di dubbio, che Costa Ferreira e Santoro sono, oramai, autentici “tuttocampisti”, che creano la superiorità numerica in ogni zona del campo e che da mediani o da laterali, spesso agiscono anche da attaccanti e da trequartisti. Non avendo un uomo da marcare, Porru, a destra, era un pesce fuor d’acqua, anche innocuo, perché Costa Ferreira sottraendosi a lui imperversava ovunque creando l’uomo in più a centrocampo. Centralmente Camilleri e De Santis si occupavano di Birligea e di Bombagi, aiutati dallo stesso Porru, mentre a sinistra l’altro 2000, Falbo, imbarcava acqua ovunque, contro un Ilari vero attaccante aggiunto. Dopo appena mezz’ora Maurizi sostituiva Salandria con il play titolare Bensaja (4) e Simonelli con la punta Rossi (20): la Viterbese cresceva leggermente ma la squadra biancorossa, oramai forte del doppio vantaggio, continuava ad inanellare ottime trame di gioco. Nella ripresa la Viterbese sostituirà Falbo con il titolare Urso (19), il quale inizia a spingere. Con qualche titolare in più in campo, la squadra laziale appare più equilibrata, prendendo un leggero sopravvento, ma nulla di più.
Paci effettua tre cambi: al 70° Bellucci, all’esordio, per Lasik: si posiziona al centro con Piacentini a destra. Al 75° Kyeremateng avvicenda Birligea e all’81° Di Francesco fa altrettanto per Ilari, posizionandosi a sinistra, con Costa Ferreira a destra.
In definitiva è stata una bella gara, pur contro un avversario demotivato ed imbottito di rincalzi. Con la vittoria i biancorossi chiudono all’ottavo posto, a discapito del Foggia che ha impattato in casa con il Catania. Le cose non cambiano di molto; in gara unica, in trasferta, ci aspetta il Palermo, ma nulla è precluso.
La sensazione che abbiamo avuto è di avere una squadra comunque in salute, che ha recuperato tutti gli infortunati e che può dare ancora tante soddisfazioni alla propria tifoseria, dopo un campionato difficile, che rimane di ottimo livello.
Adesso inizia un nuovo campionato; la gara sarà disputata in trasferta, ma noi vogliamo fare nostre le parole del testo di una canzone di Vasco Rossi… “noi siamo ancora qui“: in effetti ci siamo e ci crediamo fermamente.
Forza ragazzi, ricarichiamo le pile e andiamo a battagliare.
Incrociando le dita, ci piacerebbe urlare: “Clamoroso alla Favorita!“; vorrà dire che il Teramo avrà vinto – Diego Di Feliciantonio –