TERAMO – Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto non vuole sentire ragioni sulla paventata chiusura del Traforo del Gran Sasso. “Siamo pronti alla mobilitazione”. Il Primo Cittadino chiede anche una decreto legge ad hoc.
Il Sindaco Gianguido D’Alberto, intervenendo stamane all’assemblea che si è svolta in Provincia sull’acquifero del Gran Sasso, ha chiesto la predisposizione di un Decreto Legge – o comunque di un intervento legislativo – che individui le risorse da destinare alla messa in sicurezza definitiva dell’acquifero. Lo strumento legislativo, secondo il Sindaco, dovrà stabilire le risorse da mettere a disposizione, individuare il soggetto attuatore e indicare chi dovrà assumere le funzioni di controllo. “C’è uno studio già effettuato dalla Regione – ha sottolineato – che va sviluppato. Quindi si stanzino le risorse e si proceda senza indugi”.
Per D’Alberto, tutte le istituzioni presenti stamane “Devono creare un sistema che garantisca finalmente e definitivamente la bontà degli interventi allo scopo di dare risposte, certezze e garanzie ai cittadini”.
Il Sindaco di Teramo ha ribadito come siano presenti in campo due diversi atteggiamenti: da una parte gli interessi delle società implicate, legittimi, dall’altro il valore primario da salvaguardare che è il bene acqua; “Quest’ultimo – ha sottolineato – deve assumere priorità mentre gli altri, pur nella loro ineluttabile necessità, devono ad esso subordinarsi. C’è una differenza sostanziale tra i due atteggiamenti che va sempre e fortemente rimarcata”.
Va scongiurata la chiusura del traforo, sebbene “… paradossalmente – sostiene ancora Gianguido D’Alberto – Strada dei Parchi andrebbe ringraziata per aver messo in moto tutta una mobilitazione che speriamo raggiunga il risultato atteso”.
Anche sulla nomina di un Commissario il Sindaco di Teramo ha fatto alcune precisazioni, sottolineando che tale figura non deve essere la soluzione ma uno strumento, un mezzo; allo stesso andranno attribuiti poteri che non vadano a sovrapporsi a quelli degli enti “ordinari “ (Regione, Provincie, Comuni) perché in tal modo si correrebbe il rischio di una deresponsabilizzazione. La stessa Regine, poi, deve assumere la regia delle attività.
“Il problema reale – ha chiuso D’Alberto – è quello di trovare le risorse. E perciò si deve partire da un provvedimento di natura legislativa: ci sono le condizioni per un Decreto Legge, visto che parliamo di emergenza e di straordinaria necessità. E non cediamo – ha aggiunto – sull’art. 94 relativo alla disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 ‘Norme in materia ambientale’”.
“I Sindaci sono anche pronti alla mobilitazione” – ha concluso – ringraziando tutti i presenti per la partecipazione ma soprattutto “.. per il coinvolgimento autorevole che dà forza alle rivendicazioni del nostro territorio”.