Riceviamo e pubblichiamo
In questi giorni si è sviluppato un dibattito parapolitico attorno ad un messaggio vocale che ho inviato ad alcuni miei stretti conoscenti, col quale manifestavo la mia intenzione di votare in occasione della tornata elettorale del 25 settembre il Movimento 5 stelle guidato da Conte.
In quel vocale riferivo la mia scelta e consigliavo, in ragione delle argomentazioni svolte, di orientare il consenso sul movimento guidato da Conte. Non entro nel merito dell’atto proditorio che è stato consumato con la diffusione del messaggio. Ragioni a me imperscrutabili hanno suggerito qualcuno dei miei riservati interlocutori, di compierlo. Voglio invece parlare del contenuto del mio messaggio, delle ragioni che mi hanno portato ad elaborarlo e ad inviarlo, come detto, a pochi miei conoscenti.
Come è noto, ho contribuito con altri a far nascere a Giulianova Nuovi Orizzonti della Sinistra (NOS). Lo abbiamo immaginato e concepito come “un luogo condiviso e strutturato di elaborazione e confronto politico in cui le forze politiche, le associazioni politico-culturali, liberi cittadini, potessero ritrovarsi, incontrarsi, discutere, rimettendo al centro gli interessi di Giulianova… un intellettuale collettivo, che lotta non solo per un rinnovamento politico, economico e sociale, ma anche per una rivoluzione culturale, per la creazione e lo sviluppo di una nuova cultura”. Non una somma di partiti, ma un soggetto nuovo che si ponesse come obiettivo primario, da un lato, quello “di restituire piena e totale legittimazione alla cultura politica che ha nutrito l’intera esperienza del comunismo, del socialismo e dell’ecologismo italiano”; dall’altro lato, quello “di dare traduzione politica agli ideali che sostanziano le culture politiche della sinistra, a partire dal collegamento della radicalità della prospettiva socialista ed ecologista con il realismo di un programma progressivo e credibile per Giulianova”: lavoro, certo, sicuro, degnamente retribuito; sviluppo sostenibile, che valorizzasse la memoria e la storia della città e le sue meravigliose vocazioni; sicurezza.
Non una somma di partiti, dicevo, che tuttavia, pur aderendo a NOS, restano, mantengono integra la propria autonomia. NOS, in buona sostanza, è la sinistra che manca e di cui Giulianova ha bisogno. E’, per le ragioni dette, una creatura ancora fragile, esposta ai forti venti di una politica becera e volgare, e dunque da proteggere e difendere. Le ragioni che mi hanno portato a condividere il percorso di NOS, unite ad una riflessione amara sulla gravità della fase che stiamo vivendo, hanno motivato il messaggio vocale oggetto dell’acceso dibattito di questi giorni. Un messaggio che, ne sono profondamente consapevole, ha generato in alcuni compagni delusione, amarezza, a volte risentimento. Di tutto questo provo profondo dispiacere.
Tutto avrei voluto, tranne che ferire compagni con i quali ho condiviso una lunga storia di impegno politico ed umano. Tuttavia è accaduto e forse era inevitabile che accadesse.
Il senso del mio invito alla riservatezza rivolto ai miei interlocutori a cui ho chiesto di sostenere il 25 settembre il M5S, è tutto qui: preservare NOS dal rischio che la comprensibile, umana, reazione di sorpresa riferita alla mia scelta, potesse minare il fragile processo di costruzione di una sinistra che ho definito necessaria. Ora il danno si è consumato e non c’è dubbio che è stato generato da un atto che definire ingenuo è un eufemismo.
Resta, tuttavia, il punto politico: la destra estrema che egemonizza, avendo la maggioranza assoluta dei seggi, il Parlamento; il Pd in piena crisi di identità; la sinistra frammentata in numerosi e dispersi corpuscoli. Questo è lo scenario che si è definito all’indomani del 25 settembre. Questo è lo scenario che si annunciava come estremamente probabile prima del 25 settembre. Anzi. Il rischio che si paventava prima della tornata elettorale era che questa destra che ancora mostra fieramente la fiamma tricolore, simbolo voluto da Almirante ad evocare la rinascita della Repubblica sociale Italiana, riuscisse ad ottenere i numeri in Parlamento per modificare unilateralmente, senza alcuna possibilità di ricorso al referendum confermativo, la Costituzione, nata dalla Resistenza al nazi fascismo.
Bisognava e bisogna contrastare con ogni mezzo costituzionalmente lecito questa deriva estremista e nera. Il voto al M5S rispondeva a questa emergenza!
Una emergenza, appunto, che non scalfisce il problema di fondo, il quale resta intatto: la mancanza in questo Paese di una sinistra che sia in grado di unirsi, tornando a riconoscersi nella medesima cultura politica; una sinistra che sia in grado di rappresentare i bisogni, le istanze, gli interessi della grandissima parte di popolo italiano che vive condizioni di profondo disagio e che oggi rappresentanza non ha. Di farlo, alla luce dei valori che, modestamente ma con lungimiranza, abbiamo posto a fondamento della nascita di NOS. Le vicende personali, di ciascuno di noi retrocedono, sfumano, di fronte all’enorme complessità della fase che stiamo vivendo come Paese. Si delinea una responsabilità che investe noi come cittadini, che va oltre il perimetro personale ed investe la sfera collettiva, politica. E’ la responsabilità che incombe su chi ritiene il Paese esposto a rischi di involuzione democratica. Di chi ha la consapevolezza che tutto questo può accadere perché la sinistra è, di fatto, scomparsa, con i suoi riferimenti culturali, con i suoi ideali, con i suoi principi, con la sua storia. E’ la responsabilità affidata a quanti avvertono tutto questo. E’ la responsabilità che deve impegnare alla ricostruzione di una sinistra degna di questo nome, al di là degli errori personali e dei legittimi risentimenti. Per quel che mi riguarda, questa responsabilità continuo a sentirla su di me. Per questo il mio impegno va tutto nella direzione di continuare con i Nuovi Orizzonti della Sinistra, una realtà politica che, nello scenario desolante attuale, si manifesta come l’unica speranza di reazione all’attuale triste e inquietante situazione – Dno Macera –