TERAMO – Teramo merita rispetto, lo stesso rispetto che la tifoseria biancorossa ha avuto, e speriamo che abbia ancora con la stessa intensità, nei riguardi dell’attuale presidente Franco Iachini, osannato ed applaudito come nessuno, in passato. In fondo Luciano Campitelli aveva chiuso il suo cerchio: 11 anni di calcio logorano, non soltanto economicamente: era giusto cambiare, come sarebbe giusto che tutti lo rispettassero, oggi più di ieri.

La forza economica del “nuovo”, i programmi da lui annunciati, non per un solo anno, la voglia di strafare e di vincere, erano gli ingredienti giusti per riaccendere antichi e sopiti entusiasmi. Fu clamore, in città. Teramo rispose immediatamente con oltre 1.000 abbonamenti, seguendo la squadra in casa e in trasferta come in pochi altri centri del girone, accettando anche situazioni nuove che mai sarebbero “passate” con l’ex presidente. La città, di più, davvero non poteva.

Tra tanto fragore nessuno, lo sottolineiamo, nessuno, avrebbe potuto pensare di dover temere che il calcio professionistico, dopo appena 12 mesi, fosse a rischio, anzi, chi provava a mettere in discussione soltanto questa o quella scelta, anche soltanto tecnica, veniva classificato come “nemico” del Teramo… insomma Franco Iachini era il presidente dei sogni, quello piovuto dal cielo, immaginato anche con una corona da Re in testa, che mai e poi mai sarebbe dovuto essere messo in discussione.

Oggi, forse, non è più così: comprensibilmente.

Magari, dal suo cilindro magico, mercoledì prossimo, estrarrà il cedolino dell’iscrizione alla prossima serie C, ma, eventualmente, dopo un percorso che ne ha minato parte, ci auguriamo per lui, piccola, della stragrande maggioranza di consensi che, con i suoi soldi, anzi con i suoi investimenti, aveva saputo conquistarsi nell’estate passata… non di 11 anni or sono.